Ne erano pieni. Lo ha scoperto tempo fa Vincent Smith, del Museo di storia naturale di New York, grazie a due rarissimi esemplari di pidocchi fossili, uno risalente a 44 milioni di anni fa e un altro ancora più antico (100 milioni di anni fa) che confermerebbero l’ipotesi che pidocchi scorrazzassero nelle pellicce di uccelli e mammiferi probabilmente già nel Cretaceo (iniziato 145 milioni di anni fa).
A ospitare i primi pidocchi potrebbero essere stati i terapodi, il gruppo più famoso di dinosauri, che comprende anche il Velociraptor e il Tyrannosaurus rex.
E ora che si fa? L’estinzione dei dinosauri fu un disastro anche per i pidocchi, che furono costretti a diversificarsi per adattarsi a mammiferi e uccelli, divenuti padroni del mondo.
L’albero genealogico ricostruito da Smith (vedi immagine sotto) mostra in realtà che l’evoluzione degli ospiti corrisponde sempre all’evoluzione dei pidocchi.
I nostri, per esempio, derivano dall’antenato comune dell’uomo e dello scimpanzé.
Lo studio avvalorerebbe la tesi, dibattuta, secondo cui uccelli e mammiferi avrebbero subìto un’ampia differenziazione già prima della scomparsa dei dinosauri. Andando a ritroso nel tempo si dimostrerebbe inoltre che il primo pidocchio, simile ai suoi moderni discendenti parassiti dell’uomo (anche se grande più del doppio) infestò gli antenati degli uccelli, ovvero i dinosauri con le piume.