Fotogallery - Le invenzioni Nasa che hanno cambiato il mondo
Dopo nemmeno un mese dal rientro sulla terra del satellite americano Uars, un altro corpo celeste di fattura umana, questa volta tedesco, torna sulla Terra senza controllo. Il suo ritorno a casa è previsto tra il 21 e il 25 di ottobre.
“Gli scienziati non sanno ancora quando e dove cadrà il satellite RoSAT”
Rottame astronomico - Il corpo celeste artificiale si chiama Rosat (ROentgen SATellite) ed è un telescopio spaziale per l'osservazione del cielo ai raggi X, lanciato nell’ormai lontano primo giugno 1990 dalla NASA, ma progettato e gestito dall'agenzia spaziale tedesca DLR. Il progetto era frutto della collaborazione tra Germania, Stati Uniti e Regno Unito e la missione astronomica si è chiusa con successo dopo nove anni. La sonda, che è priva di un sistema di propulsione e non può essere manovrata, ha continuato a orbitare intorno alla terra al termine della missione.
Decade l’orbita -Gli scienziati, di solito, “parcheggiano” un satellite obsoleto in un’orbita che non interferisca con le traiettorie di altri suoi simili, ma alla fine inevitabilmente precipita perché l’orbita decade: le variazioni di velocità, assetto e traiettoria, insieme col tempo e con l’attrito con l’alta atmosfera, accelerano il rientro nell'atmosfera terrestre.
Carbonio rinforzato - Nel caso del satellite tedesco Rosat non si esclude che alcuni materiali resistenti al calore, circa 30 frammenti per un peso complessivo di 1600 kg, possano sopravvivere all'impatto con l'atmosfera. E in particolare proprio la strumentazione a raggi X. Il sistema ottico è costituito infatti da specchi e da una struttura meccanica in fibra di carbonio, composito e rinforzato. Questi frammenti di metallo potrebbero quindi resistere alle temperature del rientro in atmosfera e cadere sulla Terra a una velocità di 450 Km/h.
Calcolo delle probabilità - Come per il rientro del satellite americano Uars, si viaggia sul filo delle probabilità e, all’avvicinarsi dell’evento, le stime si fanno man mano più precise. Le probabilità che i detriti possano colpire un essere umano, stando ai calcoli dell'agenzia spaziale tedesca, sono più che remote: 1 /12.000.000.000.000, calcolando una persona su sei miliardi di abitanti del pianeta. Anche la probabilità che uno dei frammenti possa precipitare su un centro abitato è piuttosto scarsa: 1/3000 ed è appena 1/1.000.000 la probabilità che i frammenti possano causare dei danni materiali a cose e infrastrutture.
Niente paura – L’Italia, anche stavolta, potrebbe essere interessata dal rientro del satellite, sebbene l’area in cui i frammenti di Rosat impatteranno col pianeta è piuttosto vasta: la stima è di milioni di chilometri quadrati, quasi un terzo del Pianeta (per due terzi coperto dall’acqua).
Chi volesse seguire il rientro del satellite tedesco è stata sviluppata l’applicazione ROSAT re-entry per iPhone che offre feed, tweet, aggiornamenti e il conto alla rovescia per il rientro del satellite. (sp)
Niccolò Fantini