Chi pagherebbe 4.700 euro per un reperto ammuffito? Qualcuno probabilmente lo farà, perché non è un oggetto qualunque: la storica casa d'aste londinese Bonhams ha ora tra i suoi articoli un campione del fungo che servì ad Alexander Fleming per scoprire le virtù antibiotiche della penicillina.
Scoperta per caso. Il dischetto contiene infatti Penicillium chrysogenum, parte di una coltura originale iniziata da Fleming nel 1928. Quell'anno il medico e farmacologo britannico, mentre stava studiando l'influenza, si imbatté in una serie di capsule di Petri accidentalmente contaminate da muffe. I dischi contenevano colonie di stafilococchi, ma le parti coperte da muffe risultavano libere da batteri.
Lavoro di squadra. Fleming chiamò quella sostanza penicillina, e sperimentò vari tipi di questa muffa su un gran numero di batteri. Furono però in seguito due altri scienziati, l'australiano Howard Florey e l'ebreo tedesco Ernst Chain, a riprendere, negli anni della Seconda Guerra Mondiale, il suo lavoro, e a fare in modo che la penicillina potesse essere sfruttata in ambito farmacologico. I due vinsero insieme a Fleming il Nobel per la Medicina nel 1945.
Regalo abituale. Il campione di muffa sarà battuto all'asta il 1 marzo per 4.000 sterline, 4.700 euro circa: considerato il valore storico del pezzo, non è molto, ma la cifra riflette l'abbondanza, sul mercato, di muffe originali di Fleming. Lo scienziato soleva infatti regalare "medaglie" ripiene del fungo a benefattori, reali, università (il Principe Filippo, marito della Regina Elisabetta, ne ricevette due).
Nel 1996, quando la casa d'aste Sotheby's mise in vendita uno di questi "ricordi", si pensava fosse uno dei pochi rimasti, e l'azienda farmaceutica Pfizer se lo aggiudicò per 23.000 sterline (48.000 euro attuali). Ma negli ultimi anni, in molti hanno contattato il laboratorio del St. Mary's Hospital, dove Fleming lavorava, per donare il proprio campione di muffe originali, e il prezzo di questi medaglioni si è notevolmente abbassato.