Scienze

Come apparirebbero gli alberi, se fossi un uccello

Che aspetto ha la vegetazione, per chi la attraversa diverse volte al giorno? Una speciale telecamera ricostruisce la percezione dei colori delle creature che vedono nell'ultravioletto.

Volare non è l'unico superpotere dei pennuti. Tra le loro capacità più invidiabili c'è anche la visione negli ultravioletti - una dote che ora un gruppo di ricercatori svedesi è riuscito a simulare, usando una speciale telecamera. La conclusione dell'esperimento, descritto su Nature Communications, è che i pennuti, a differenza dell'uomo, non percepiscono la chioma degli alberi come una macchia verde indistinta, ma riescono a cogliere, anche da lontano, la tridimensionalità delle foglie.

Se riusciamo a vedere i colori è grazie a cellule dedicate che si trovano nella retina, i fotorecettori, e in particolare ai coni. L'uomo ne ha di tre diversi tipi, specializzati nella percezione del blu, del verde e del rosso. Gli uccelli ne hanno anche un quarto, che vede la luce nelle lunghezze d'onda dell'ultravioletto.

Trova le differenze. Gli scienziati dell'Università di Lund, in Svezia, hanno messo a punto una telecamera multispettrale equipaggiata con diversi filtri ottici, che possono ruotare ed essere posizionati sulle lenti per imitare la sensibilità ai colori delle varie classi di coni.

Quando la telecamera ha inquadrato immagini di fogliame, il sistema di filtri sensibile agli ultravioletti ha restituito un contrasto molto più accentuato di quello percepito dall'uomo: la parte delle foglie rivolta verso l'alto appare più chiara, quella rivolta verso terra, risulta più scura. Qui sotto potete vedere la stessa immagine inquadrata con i due filtri diversi: a sinistra quello analogo alla retina umana, a destra, quello che si avvicina a quella degli uccelli.

L'immagine sulla destra è stata acquisita con la telecamera che vede negli ultravioletti: la tridimensionalità delle foglie appare accentuata. © Cynthia Tedore

Vantaggio evolutivo. Secondo gli autori dello studio, il sistema aiuta gli uccelli a percepire il fogliame in modo tridimensionale, e orientarsi più facilmente quando volano e cacciano nella vegetazione. Questa capacità visiva era sconosciuta, prima della pubblicazione dello studio. Per l'occhio umano, al contrario, il verde è il colore in cui i contrasti cromatici si vedono peggio.

La differenza, dicono i ricercatori, è spiegabile confrontando la quantità di luce assorbita e riflessa dalle foglie. Se nel caso della luce verde il bilancio è più o meno in pari, la quantità di luce ultravioletta riflessa è maggiore di quella assorbita. Ecco perché le foglie che "guardano verso l'alto" appaiono più chiare.

1 febbraio 2019 Elisabetta Intini
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