Si è spento ieri ad Orbassano, in Piemonte, Tullio Regge, fisico italiano di fama internazionale, tra le personalità scientifiche più brillanti del secondo Novecento. Aveva 83 anni ed era malato da tempo.
La carriera accademica. Classe 1931, era nato a Borgo d'Ale, una paesino della provincia di Vercelli. Dopo una laurea in Fisica a Torino nel 1952 era iniziata una lunga serie di esperienze accademiche internazionali: un dottorato alla Rochester University negli Stati Uniti, e poi una carriera a Princeton, presso l'Institute for Advanced Study, dove per lungo tempo aveva lavorato Albert Einstein. Senza contare la collaborazione, tra il 1958 e il 1959, con Karl Heisenberg, tra i padri della meccanica quantistica, presso il Max Planck Institut di Monaco di Baviera.
Le più importanti teorie. Sono di questi anni i suoi più importanti contributi alla Fisica delle particelle, con l'introduzione della teoria matematica dei poli di Regge, che consente di fornire una prima interpretazione a particolari particelle di vita estremamente breve (detti risonanze), che appaiono soltanto nelle fasi intermedie dei processi altamente energetici.
Nei primi anni '60 un altro fondamentale "pilastro", il cosiddetto calcolo di Regge, una formalizzazione matematica tesa a semplificare lo studio della relatività generale.
i Premi. Insieme alla carriera scientifica arrivano i riconoscimenti internazionali (solo per citarne alcuni, la Medaglia Einstein nel 1979 e la Medaglia Cecil Powell della Società Europea di Fisica), la carriera politica - è stato parlamentare europeo - e l'attività divulgativa.
La scienza per tutti. In un contesto accademico italiano che ancora guardava con diffidenza agli scienziati capaci di parlare al grande pubblico, Regge fu pioniero della scienza comunicata bene e in modo semplice. Contribuì alla fondazione del Cicap contro le pseudoscienze e spiegò la fisica su diversi giornali (come il quotidiano La Stampa).
in prima linea. Dialogò con i giovani e con molte delle più importanti personalità della sua epoca, come Primo Levi, di cui era amico. Costretto da anni su una sedia a rotelle per una forma di distrofia muscolare, si è battuto fino all'ultimo per i diritti dei disabili e per la ricerca scientifica a sostegno dei miglioramenti della loro vita.