L’idea del robot è molto antica. Già nel XVIII secolo alcuni orologiai si cimentarono nella produzione di manichini semoventi con sembianze umane. Veri e propri robot, però, non furono realizzati fino all’invenzione dei computer, negli anni Quaranta. Uno dei primi fu Shakey, progettato dai ricercatori dello Stanford Research Institute (Usa) alla fine degli anni ’60. Shakey era capace di posizionare blocchi in pile verticali, usando una videocamera come sensore visivo ed elaborando le informazioni ricevute con un piccolo computer. Negli anni successivi lo studio dei movimenti è passato in secondo piano. I ricercatori hanno privilegiato invece lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Grazie a ciò, per esempio, l’elaboratore dell’Ibm Deep Blue ha battuto, nel 1997, il campione mondiale di scacchi Garry Kasparov. Nei prossimi anni la prospettiva è di ricombinare le due linee di ricerca. Tra i progetti più avanzati c’è la Robot World Cup Initiative: un gruppo di ricerca internazionale che si è posto l’obiettivo di creare, entro il 2050, 11 robot in grado di battere la squadra di calcio (umana) campione del mondo. Non si tratta solo di un gioco. Riuscire a progettare robot bipedi che camminano, corrono e calciano un pallone, capaci di percepire le situazioni di gioco e quindi di prendere, sul momento, decisioni strategiche complesse, significherebbe concepire una serie così ampia di innovazioni da costituire una base per la tecnologia industriale futura.
Per saperne di più: su Internet Robocup - il sito ufficiale del progetto per la costruzione di una squadra di robot che possa battere una squadra di calcio umana (in inglese).