Un atleta austriaco si butterà con il paracadute e una speciale tuta da 40 km di altezza. Sfonderà con il suo corpo il muro del suono e porterà a terra dati utili per astronauti e turisti spaziali.
Lui si chiama Felix Baumgartner e presto potrebbe diventare il primo uomo a sfondare il muro del suono senza un aereo o un razzo spaziale. Felix raggiungerà la ragguardevole altezza di 40.000 metri al di sopra della superficie terrestre a bordo di una speciale capsula pressurizzata agganciata ad un pallone stratosferico, aprirà la porta e… si butterà nel vuoto. Tutto per amore del brivido ma anche della scienza: Baumgartner e la sua tuta saranno infatti pieni di sensori e rilevatori che registreranno il funzionamento di cuore, muscoli e cervello e permetteranno di studiare gli effetti della velocità e delle accelerazioni sul fisico umano.
Il pericolo è il suo mestiere
L’esperienza dell’atleta austriaco sarà ad altissimo rischio in ogni sua fase.
Una volta in quota, Baumgartner dovrà depressurizzare la capsula e aprire il portello. Un qualsiasi incidente che danneggi la tuta o il casco sarebbero fatali.
30 secondi dopo il lancio dovrebbe aver raggiunto i 33.000 metri di quota e la velocità del suono (1193,4 km/h). L’onda d’urto creata dal suo stesso corpo sarà tremenda e per sopravvivere allo shock il paracadutista potrà solo assumere la posizione a proiettile con le gambe unite e le braccia perfettamente aderenti al corpo.
Muro del suono
Baumgartner volerà a velocità supersonica solo per pochi secondi: avvicinandosi alla Terra l’aria diventerà più densa e rallenterà la sua discesa fino a circa 180 km/h. Una turbolenza, una mano leggermente staccata dal corpo saranno sufficienti per far entrare Baumgartner in una pericolosissima rotazione, fino a 120 giri al minuto, che potrebbe essergli fatale. Se ciò si dovesse verificare, uno speciale paracadute tenterà di fargli riprendere il controllo della situazione.
Sano&salvo
Dopo circa 5 minuti di caduta libera, a una quota di 1500 metri, si aprirà il paracadute principale: Felix potrebbe toccare il suolo a oltre 150 km di distanza dal luogo di decollo.
Per tutta la durata della prova il paracadutista sarà protetto solo da una speciale tuta pressurizzata di sua concezione: se l’esperimento andrà a buon fine non è escluso che possa essere utilizzato come primo test per un sistema di rientro d’emergenza per astronauti e turisti spaziali.
Nella storia, a velocità supersonica
Baumgartner non è il primo a cimentarsi in un impresa del genere: il 16 agosto del 1960, Joe Kittinger, un colonnello dell’aeronautica militare americana, si lanciò da circa 35.000 metri raggiungendo la velocità di Mach 0,9 e aprendo così la strada alle missioni umane nello spazio.
Le date della prova non sono ancora state stabilite: l’organizzazione dell’austriaco sta ancora attendo le necessarie autorizzazione dalla Federal Aviation Federetion, l’ente del governo USA che controlla i cieli e gli spazi aerei.
Baumgartner non è nuovo a imprese. Alcune di queste sono state documentate anche da Focus. E qui sotto, si possono seguire attraverso il racconto del suo stesso autore (in inglese).
Notizia aggiornata al 13 aprile 2010