Se ne è andato in circostanze misteriose, forse affogando nel mare che un tempo ricopriva Pietraroja (Benevento) 110 milioni di anni fa. Un'esistenza brevissima, durata pochi giorni. Un dinosauro lungo quanto un gatto, del peso di 200 grammi, sta tenendo con il fiato sospeso i paleontologi di tutto il mondo. Si chiama Ciro, almeno così è stato soprannominato dai giornalisti che nl 1998 videro la sua foto sulla copertina della rivista Nature. I paleontologi lo chiamano Scipionyx samniticus, appartiene alla famiglia dei Teropodi, la stessa dei Velociraptor. Era coperto da un sottile e soffice strato di piume e veniva ancora probabilmente nutrito dai genitori. Prima di morire consumò due pesci, tra cui una sardina, un piccolo rettile e una zampa di lucertola enorme per il suo stomaco.
La ricostruzione dell'ultimo menù di Ciro è stata possibile grazie alle circostanze fortunate della sua "sepoltura". Il piccolo rettile fu investito da una coltre di sedimenti e fanghi calcarei nel mare di Pietraroja, e subì presto un processo di mineralizzazione in assenza di ossigeno che ne ha praticamente preservato gran parte degli organi interni. Cinque anni di analisi tra TAC, esami microscopici e agli ultravioletti hanno portato alla luce dettagli sulla sua anatomia e fisiologia interna mai scoperti in alcun dinosauro finora. Questa mole di dati, scoperta e organizzata dai paleontologi del Museo di Storia Naturale di Milano Cristiano Dal Sasso e Simone Maganuco, servirà come miniera di informazioni per le prossime indagini paleontologiche.
Autopsia di un baby dinosauro: la gallery con tutte le foto di Ciro