Mentre il muro contro muro tra repubblicani e democratici, al Congresso USA, continua (e si intravedono i primi spiragli per uscire dalla crisi), lo shutdown - lo stop delle attività governative non essenziali dovuto al mancato accordo sulla nuova finanziaria - sta avendo importanti ricadute anche a livello scientifico.
Oltre ai lavoratori rimasti a casa senza stipendio, ecco altre (drammatiche, in certi casi) conseguenze dell'estremo provvedimento che potrebbe, a giorni, mandare l'America in default.
La ragione più importante di tutte ha a che fare con la ricerca scientifica applicata alla medicina: con il 75% del personale dei National Institutes of Health (gli Istituti Nazionali di Sanità degli Stati Uniti) in congedo, nessun nuovo paziente potrà iniziare cure sperimentali - per esempio, contro il cancro - presso il NIH Clinical Center, il centro di ricerca medica dell'istituzione a Bethesda, Maryland. Un fatto che potrebbe interessare 200 nuovi pazienti ogni settimana (anche se quelli già in cura hanno diritto a continuare i trattamenti).
Il 45% dei dipendenti della Food and Drug Administration, l'ente governativo USA che si occupa del controllo del cibo e dei medicinali, è a casa senza stipendio. Per questo l'agenzia ha fatto sapere in una nota che "non potrà provvedere alla maggior parte della sua attività per la sicurezza alimentare, dovrà cessare i controlli di routine negli stabilimenti, il monitoraggio dei prodotti importati e le attività di notifica (per esempio, sui cibi non sicuri), così come molti progetti di ricerca in laboratorio".
Se lo shutdown persiste fino alla metà di ottobre, la National Science Foundation, l'agenzia governativa che sostiene e finanzia la ricerca nei campi non medici della scienza e dell'ingegneria, potrebbe dover cancellare il programma federale di ricerca in Antartide fissato per quest'anno. Occorrerebbe allora evacuare gli scienziati dalle tre stazioni di ricerca del Polo Sud, lasciandovi solo un'equipe che preservi le basi dal degrado. Significherebbe perdere moltissimi dati essenziali per la ricerca sui ghiacci, ecologica e astrofisica.
Il National Radio Astronomy Observatory ha dovuto momentaneamente disattivare tre dei suoi importanti radiotelescopi: il Green Bank Telescope, il Very Large Array e il Very Long Base Array. Questo, secondo gli esperti, equivale a perdere un anno di dati e - considerati gli importanti investimenti di denaro pubblico in questo campo - a mandare in fumo circa 500 mila dollari (oltre 369 mila euro).
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L'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente USA sta facendo a meno, da quando è iniziato lo shutdown, del 90% dei suoi dipendenti.
E non è una buona notizia, dato che l'ente si occupa di monitorare la qualità dell'acqua e dell'aria nel paese, di stabilire standard per le emissioni inquinanti e sorvegliare il destino dei rifiuti pericolosi.
Con due terzi dello staff dei Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie, ci sono pochi esperti a vegliare sulla diffusione di focolai di epidemie di influenza, epatite, morbillo, salmonella e altre malattie contagiose.
I ricercatori federali in congedo per lo shutdown non possono rispondere a e-mail e telefonate di lavoro (pena provvedimenti disciplinari), né partecipare a conferenze accademiche: neanche a quelle programmate in precedenza. Ciò significa, denuncia chi lavora nel settore, non risultare più affidabili agli occhi dei paesi con cui si collabora, perdere importanti appuntamenti, vanificare le attività per cui si è pagati (immaginate per esempio, di dover monitorare un comportamento animale, o un allergene, che si palesa proprio in questo periodo, o di aver lavorato per un anno a una presentazione che non potrete più esporre).
La National Science Foundation finanzia la ricerca scientifica di molte discipline come la matematica, l'ingegneria, la computer science. Ma con il 95% dei dipendenti in meno, chi si occupa di monitorare le scadenze dei bandi di ricerca e trovare fondi per i grant in scadenza? Per chi ha finito un contratto ed è in attesa del prossimo, si prospettano settimane dure.
La Nasa sta pagando caro lo stallo delle trattative politiche del suo paese. Il 97% dei ricercatori è fermo (alcuni hanno anche dovuto abbandonare l'alloggio fornito dall'agenzia spaziale). Salvo il personale deputato alla sicurezza degli astronauti sulla ISS, chi lavorava a nuovi programmi, come allo sviluppo del veicolo spaziale Orion e del vettore Space Launch System (SLS) ha dovuto cessare la propria attività. Uno stop che avrà conseguenze gravose anche in termini di tasse da pagare.