Salute

Zika: virus in liquido amniotico, studio rafforza tesi legame microcefalia

Ricercatori brasiliani, scoperta suggerisce che feto può essere infettato

Milano, 19 feb. (AdnKronos Salute) - La presenza del virus Zika è stata rilevata nel liquido amniotico di due donne che durante la gravidanza hanno avuto i sintomi tipici dell'infezione e i cui feti mostravano segni di microcefalia. La scoperta è di un team di scienziati brasiliani. Lo studio, pubblicato su 'Lancet Infectious Diseases', secondo gli autori rafforza la tesi di un possibile legame fra Zika e la nascita di bebè con il difetto neurologico. Anche se gli esperti dell'Organizzazione mondiale della sanità continuano a mantenere cautela in attesa di raccogliere più informazioni ed evidenze sull'associazione. E intanto la caccia alla 'pistola fumante' che inchioderebbe il virus continua.

Le due donne dello Stato del Paraiba arruolate nel nuovo studio brasiliano hanno avuto rispettivamente alla decima e alla 18esima settimana di gravidanza febbre, rash cutaneo e dolori muscolari. Sintomi tipici del virus. Successivamente l'ecografia ha rilevato la presenza di microcefalia nel feto. Così gli scienziati hanno deciso di procedere con un'amniocentesi per prelevare un piccolo campione del liquido amniotico in cui si sviluppa il bebè nel grembo materno. L'analisi genetica del liquido ha confermato la presenza del virus Zika, escludendo altri agenti patogeni presenti sul territorio. La scoperta, spiega la ricercatrice Ana de Filippis dell'Istituto Oswaldo Cruz di Rio de Janeiro, "suggerisce che il virus potrebbe attraversare la barriera della placenta e potenzialmente infettare il feto".

Lo studio in questione, precisa però l'esperta citata anche sulla Bbc online, "non può determinare se il virus Zika identificato in questi due casi sia stato la causa della microcefalia dei bambini". Ecco perché, sottolinea, "sono urgentemente necessarie ulteriori ricerche. Finché non capiremo i meccanismi biologici che collegano Zika alla microcefalia non potremo essere certi che uno causi l'altra".

Il lavoro, spiega ancora de Filippis, "riporta anche dettagli sul virus Zika identificato direttamente nel liquido amniotico" di una delle due pazienti. E a questo proposito la ricerca suggerisce che il virus appare geneticamente molto simile a quello circolato nella Polinesia francese nel 2013. Su Zika e l'impennata di casi di microcefalia registrati in Brasile restano ancora grandi interrogativi a cui dare risposta. Su tutti, spiegano gli scienziati, andrà appurato anche se l'epoca gestazionale in cui avviene l'infezione possa fare qualche differenza sulle conseguenze.

19 febbraio 2016 ADNKronos
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