Continua a colpire nel Sud America, ma potrebbe arrivare anche in Europa, complice il cambio di stagione e la globalizzazione. Il virus Zika è atteso nel Vecchio Continente nella tarda primavera e in estate, ma per gli esperti il pericolo è giudicato «da basso a moderato». È quanto emerge da una nuova valutazione dei rischi pubblicata oggi dall'Ufficio regionale per l'Europa dell'Organizzazione mondiale della sanità. Se il pericolo Zika in Europa «varia a seconda della regione, è più alto nei Paesi in cui le zanzare Aedes», vettori dell'infezione, «sono presenti», precisano gli esperti.
«I dati pubblicati oggi ci dicono che c'è un rischio di diffusione di malattie da Zika virus nella regione europea, e che questo rischio varia da Paese a Paese», spiega Zsuzsanna Jakab, direttore regionale Oms per l'Europa. «Con questa valutazione dei rischi vogliamo invitare a lavorare» in modo mirato «in ogni Paese europeo, in base al suo livello di pericolo. Facciamo appello in particolare ai Paesi a più alto rischio per rafforzare le loro capacità nazionali e dare priorità alle attività che impediscono una grande epidemia Zika». E in Italia? Nel rapporto si ricorda che non è presente la A. aegypti ma c'è la zanzara "cugina", A. albopictus (la cosiddetta 'tigre' diffusa in 20 Paesi della regione europea), dunque il rischio di trasmissione locale è moderato.
Rischi e vettori. L'analisi ha valutato il rischio di un'epidemia negli Stati europei e nel Lichtenstein, in base alla combinazione di due fattori: la probabilità di diffusione del virus Zika, ma anche le capacità di prevenire o contenere una trasmissione locale rapidamente. Ebbene, la probabilità di trasmissione locale di Zika, «se non vengono prese misure per mitigare la minaccia, è moderata in 18 Paesi della regione europea», mentre è elevata in alcune aree geografiche limitate: l'isola di Madeira e la costa nord-orientale del Mar Nero. Questo significa che le zone in cui è presente la zanzara Aedes aegypti, primario vettore Zika, hanno «un'alta probabilità di trasmissione locale del virus»; 18 Paesi (33%) hanno un rischio moderato, a causa della presenza di Aedes albopictus, vettore secondario di Zika. Infine 36 Paesi (66%) hanno un rischio basso, molto basso o assente, a causa della mancanza di zanzare Aedes o delle condizioni climatiche adatte per il loro sviluppo.
I risultati di un questionario sulla risposta a livello nazionale alla minaccia di Zika indicano poi che 41 Paesi (79%) hanno una capacità «buona e molto buona», anche se questa variava notevolmente da Paese a Paese.
Come difendersi. Combinando probabilità di trasmissione locale e capacità di risposta, i ricercatori hanno stillato una serie di raccomandazioni che variano però nei vari Stati europei: per quelli con alta e moderata probabilità di trasmissione locale del virus Zika, l'Oms raccomanda un rafforzamento delle attività di controllo del vettore, per impedire l'introduzione e la diffusione di zanzare (in particolare nelle aree con A. aegypti).
Occorre anche dotare gli operatori sanitari di sistemi per rilevare in modo precoce la trasmissione locale del virus Zika e segnalare il primo caso di trasmissione locale, così come le complicazioni da infezioni, entro 24 ore dalla diagnosi.
E ancora: assicurare le competenze e le capacità di eseguire i test e attivare protocolli per spedire campioni di sangue all'estero; incoraggiare a intervenire sui siti di riproduzione delle zanzare; consentire alle persone a rischio, in particolare alle donne in gravidanza, di proteggersi dalle infezioni, anche attraverso la trasmissione sessuale; infine mitigare gli effetti del virus Zika e delle sue complicanze.
Tutti gli altri Paesi «dovrebbero concentrarsi su l'adozione di strategie di controllo del vettore in base alla probabilità di trasmissione locale del virus Zika, rilevando casi importati in modo precoce e fornendo consigli per la salute pubblica dei viaggiatori da e verso i Paesi colpiti, anche per quanto riguarda la trasmissione sessuale».
«Siamo pronti a sostenere i Paesi europei in caso di epidemie di virus Zika», dice Nedret Emiroglu, direttore della Divisione malattie trasmissibili e sicurezza della salute dell'Oms Europa. «Il nostro sostegno è assicurato ai Paesi della regione impegnati a prepararsi e rispondere ai rischi per la salute, come Zika. Si tratta di un aspetto fondamentale della riforma del lavoro dell'Oms in caso di emergenza».
L'Oms convocherà una consultazione regionale in Portogallo il 22-24 giugno per esaminare queste conclusioni e identificare i bisogni, i punti di forza e le lacune dei vari Paesi in materia di prevenzione e risposta alle malattie da virus Zika.