Dodicesima donna e primo medico cinese ad aggiudicarsi il Nobel per la Medicina; ma, soprattutto, la prima ad averlo fatto con una ricerca che affonda le radici nella medicina tradizionale cinese. Youyou Tu, ricercatrice 84enne premiata per i suoi studi sull'artemisinina, un principio attivo naturale efficace contro il plasmodio della malaria, è il personaggio che più di tutti ha incuriosito i giornalisti alla conferenza per l'assegnazione del riconoscimento.
Poco nota. A raccontare la sua rocambolesca esperienza scientifica è stato, quattro anni fa, il settimanale NewScientist: era il 2011 quando Tu fu insignita del Lasker Award, un prestigioso riconoscimento scientifico assegnato a chi si distingue nel campo della ricerca medica. Prima di allora, il suo nome era quasi sconosciuto, persino tra gli addetti ai lavori. Una riservatezza che ha origine in parte dalla modestia della ricercatrice, in parte dal periodo storico in cui la donna condusse i suoi studi.
In guerra. Tu era nel pieno della carriera tra gli anni '60 e '70, in piena Rivoluzione Culturale Cinese: un'epoca in cui intellettuali e scienziati erano osteggiati e le pubblicazioni accademiche, proibite. La Repubblica Popolare Cinese di Mao Zedong aveva però una necessità pressante: quella di salvare dalla malaria uno dei suoi pochi alleati politici, il Vietnam del Nord, all'epoca in guerra con Stati Uniti e Vietnam del Sud. La clorochina, il farmaco usato fino ad allora contro l'infezione, stava iniziando a dare i primi fenomeni di resistenza e la malaria mieteva più vittime tra i soldati di quanto non facessero i proiettili nemici.
Approccio alternativo. Per provare a bloccare l'epidemia, Mao organizzò un progetto di ricerca segreto dal nome enigmatico di 523 (un "codice" che indica semplicemente la data di inizio delle ricerche: 23 maggio 1967). Per due anni centinaia di scienziati analizzarono ogni molecola sintetica conosciuta, ma senza risultati significativi. Il leader cinese si rivolse allora all'Accademia di Medicina Tradizionale di Pechino e Tu, una ricercatrice esperta anche di medicina occidentale, fu incaricata di seguire il progetto.
Patata bollente. Non era un compito facile: «Quando iniziai, erano già stati testati 240 mila composti in Cina e Stati Uniti, senza risultati positivi» ha spiegato Tu in un'intervista. Per osservare di persona gli effetti della malaria, Youyou fu mandata nella regione meridionale dello Hainan, devastata dall'epidemia. Il marito della scienziata era stato inviato ai lavori forzati nelle campagne - una sorte che toccava a molti intellettuali cinesi dell'epoca - e la donna dovette affidare per sei mesi la figlia di 4 anni a un collegio di Pechino.
Quando tornò dal viaggio, la figlia non la riconobbe. Ma Tu non si scompose: «Il lavoro era una priorità assoluta - dice - a costo di sacrificare la mia vita personale. Vidi molti bambini all'ultimo stadio della malattia, li vidi morire molto velocemente».
Antiche ricette. Insieme a tre assistenti, Tu passò in rassegna 2000 ricette di medicina tradizionale cinese, elaborando 380 preparati naturali da testare su topi contagiati dalla malattia. Uno di questi, un estratto di artemisia annuale (Artemisia annua: una pianta erbacea originaria della provincia cinese dello Hunan), consigliato in una ricetta di 1600 anni prima, mostrava una certa efficacia contro le febbri a intermittenza della malaria, ma non riusciva a funzionare fino in fondo.
Eureka! Qui, Youyou ebbe un'intuizione: far bollire l'artemisia in acqua finiva per danneggiarne il principio attivo. Provò quindi a utilizzare un solvente diverso, che bollisse a 35 °C. Il nuovo decotto dimostrò di funzionare al 100% su topi e scimmie. Tu si offrì quindi volontaria per escludere effetti collaterali sull'uomo. Scongiurate controindicazioni, l'artemisinina fu testata su lavoratori che avevano contratto la malaria durante la permanenza in aree a rischio. A 30 ore dall'assunzione, la febbre diminuiva e i parassiti sparivano dal loro sangue.
Quasi inosservata. I risultati di Tu furono pubblicati solo nel 1977, quando i fervori della Rivoluzione Culturale Cinese si erano affievoliti. Ciò nonostante, l'articolo uscì anonimo, per enfatizzare il lavoro di gruppo in un contesto in cui la collettività contava più del singolo individuo.
Da sola o in combinata. Ancora oggi l'artemisinina, ottenuta sempre con lo stesso procedimento, tratta con successo milioni di persone affette da malaria. Il primo fenomeno di resistenza al farmaco ha iniziato ad emergere, nell'ultimo decennio, in Cambogia. Ma utilizzandolo in combinazione con altri antimalarici rimane comunque efficace: per un parassita è più difficile sviluppare resistenza a due diversi principi attivi.
Un Nobel alla Medicina tradizionale? Non è ancora stato possibile raggiungere telefonicamente Youyou, né contattarla per avvisarla del premio. Alla notizia dell'assegnazione, una giornalista ha chiesto al Comitato svedese se quello dato a Tu sia un Nobel alla Medicina Tradizionale Cinese: «No - è stata la secca smentita - non alla medicina tradizionale cinese, ma a un singolo individuo che ad essa si è ispirato, e che ha poi proseguito in modo indipendente».