Sequenziato il genoma di uno sgradito ospite della nostra pelle, un batterio che è una delle concause dell'acne...
Cosa non si farebbe per combattere gli inestetismi della pelle. Per l'acne oggi c'è uno strumento in più: si conosce il genoma del batterio che la causa. |
Squilibri ormonali, predisposizioni genetiche, inquinamento e stress sono implicati nell'aumento dell'attività delle ghiandole sebacee: e proprio quando il poro viene ostruito di grasso entra in gioco questo batterio.
“Fatto da un singolo cromosoma circolare - spiega Holger Bruggemann, uno dei ricercatori dell'università di Gottingen, in Germania - il genoma del Propionibacterium acnes è costituito da 2333 geni e rivela come molte proteine siano implicate nella capacità del batterio di colonizzare la pelle umana. Attraverso lo studio dei suoi geni potremo capire meglio in che modo questo microrganismo è implicato nello sviluppo dell'acne e anche di altri disturbi”. Il Propionibacterium, battere dalla forma bastoncellare, è infatti associato anche a ulcere corneali, endocarditi, problemi polmonari e allergie.
Nemico per la pelle. E non solo. “Di solito è un commensale innocuo della nostra pelle - racconta il dottor Massimo Morelli, dermatologo a Milano - regola il microambiente cutaneo mantenendo l'equilibrio della flora batterica. Ma quando trova il clima adatto riesce a proliferare”. E questo succede proprio quando il sebo aumenta. Grazie a degli enzimi, le lipasi, il microrganismo è in grado di scinderne i trigliceridi formando acidi grassi, sostanze che hanno un forte potere irritante.
La nuova ricerca ha identificato proprio i geni che codificano questi enzimi. Gi scienziati hanno anche isolato i geni che "producono" proteine immunogeniche, altre protagoniste dell'infiammazione acneica.
L'acne colpisce le zone del corpo più ricche di ghiandole sebacee e, di conseguenza, di batteri, come il viso e il tronco. Sulla fronte, sul cuoio capelluto, sulle guance e sul mento ci sono tra 400 e 900 ghiandole per centimetro quadrato, mentre negli altri distretti cutanei se ne contano circa 100.
Disturbo che interessa maggiormente i ragazzi tra i 13 e 17 anni, tende a scomparire dopo i 20 anni, anche se si è rilevato che molti adulti ne soffrono. “È necessario curarlo in modo adeguato per evitare di restare con il viso rovinato dalle cicatrici - spiega Morelli - I rimedi sono molti: saponi e farmaci antibatterici, pomate, trattamenti riescono a far scomparire o a minimizzare il problema e a riequilibrare la concentrazione di batteri”.
Il povero Propionibacterium non è solo un acerrimo nemico per la salute della nostra pelle, ma anche un saporito ingrediente di molti formaggi. Quelli coi buchi, per esempio, devono ringraziare lui per il gusto dolce che regalano al palato. Medicina (Notizia aggiornata al 30 luglio 2004)