Le autorità sanitarie americane stanno indagando su 14 sospetti casi di trasmissione del virus Zika attraverso rapporti sessuali, tutti avvenuti in suolo statunitense e alcuni dei quali su donne in gravidanza.
In due delle situazioni esaminate dai Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC), l'infezione è stata confermata in donne il cui unico fattore di rischio era stato l'aver avuto contatti sessuali con un partner da poco rientrato dalle zone colpite dall'epidemia. In 4 casi il contagio è stato accertato soltanto in test preliminari; altri 8 episodi sono ancora oggetto di studio.
Incertezza. Anche se la via di trasmissione privilegiata di Zika rimane la puntura delle zanzare Aedes, si sa ancora troppo poco sulla trasmissione sessuale del virus. Finora la si riteneva un caso molto raro, ma gli ultimi dati scientifici invitano alla cautela. Gli esperti raccomandano rapporti protetti sia alle donne incinte, per tutta la durata della gravidanza, sia a quelle non in attesa, se il partner si è recentemente recato in zone a rischio.
Da lui a lei. Finora, non ci sono state evidenze di contagio sessuale da donna a uomo: la trasmissione è sempre avvenuta nel verso opposto. Ricercatori britannici hanno trovato tracce del virus nel liquido seminale di un uomo di 68 anni a ben 62 giorni dal presunto contagio.
«Queste raccomandazioni possono sembrare estreme, ma la verità è che non abbiamo sufficienti dati scientifici per stabilire quanto a lungo il virus persista nel liquido seminale» dice Jennifer McQuiston, vice responsabile della gestione dell'emergenza Zika per i CDC. Diversi studi stanno indagando in questa direzione, ma fino a quando non emergeranno prove più concrete, meglio non abbassare la guardia.
Martedì 23 febbraio il Brasile ha aggiornato la conta dei casi di microcefalia correlati a Zika: quelli confermati dall'inizio dell'epidemia sono ora 583; i sospetti, 4.107.