Salute

Che fine ha fatto Zika?

L'epidemia sembra in via di esaurimento, probabilmente perché gran parte della popolazione ha ormai contratto l'infezione.

È praticamente sparita nel sud degli Stati Uniti, e anche nei paesi dell’America Latina e dei Caraibi dove fino a pochi mesi fa si contavano decine di migliaia di casi. Il pericolo Zika, l’infezione trasmessa dalle zanzare che può provocare gravi danni al nascituro se contratta in gravidanza, sembra essersi improvvisamente sgonfiato. Perché?

Tutti immuni. Gli esperti sono in difficoltà a spiegare l'accaduto. Il migliorato controllo sulle zanzare della specie Aedes aegypti, che trasmettono la malattia, sembra avere poco a che fare con il fenomeno.

La ragione forse più probabile avanzata dagli esperti è che gran parte della popolazione abbia ormai contratto l’infezione e che sia diventata immune. In pratica, è diminuito il serbatoio per il virus, che ha meno possibilità di circolare, come confermano i numeri.

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Un esemplare femmina di Aedes Aegypti a tavola.

Rispetto al 2016, quando si erano registrati in Brasile oltre 200.000 casi di infezione, nei primi mesi del 2017 ne sono stati confermati solo circa 13.000. Negli Stati Uniti, addirittura, è stato registrato un solo caso di trasmissione locale, e poche decine di casi importati da persone che avevano viaggiato nelle aree dove l’infezione resiste.

L'exploit di un virus. Zika, un virus che aveva fino a quel momento provocato solo poche e piccole epidemie in Africa e in Asia, è comparso per la prima volta in America Latina nel 2015. Era stato fino ad allora considerato relativamente innocuo, ma all’inizio del 2016 l’Organizzazione mondiale della sanità lo ha dichiarato un’emergenza: erano comparsi i primi indizi, poi confermati, di un legame tra l’infezione e la comparsa di anomalie nel cervello di feti e neonati nel caso in cui la madre avesse contratto l’infezione durante la gravidanza.

virus zika e microcefalia: storia a fumetti su ciò che sappiamo sull'epidemia e sulla sua diffusione
Virus zika e microcefalia: storia a fumetti su ciò che sappiamo sull'epidemia (settembre 2016) e sulla sua diffusione. © Gianluca Costantini

Previsioni (in parte) rispettate. Gli esperti prevedevano che, come altre malattie trasmesse dalle zanzare, anche i tassi di trasmissione di Zika sarebbero caduti una volta che gran parte della popolazione fosse entrata in contatto col virus. È quello che in effetti è accaduto, anche se pochi si aspettavano che la scomparsa fosse così improvvisa e consistente.

Pericolo scampato? Secondo alcuni, entro il 2018 Zika sarà praticamente scomparsa. Per altri si assisterà comunque all’emergere di focolai qua e là, anche se grandi epidemie sono improbabili.

Altro problema è che i casi documentati sono probabilmente solo la punta dell’iceberg, dato che l’infezione, la maggior parte delle volte, non provoca sintomi. E il virus è difficile da diagnosticare con sicurezza, perché può essere confuso con quello della febbre di Dengue e con il chikungunya.

Tutti motivi - concordano gli esperti - per non abbassare la guardia ora che il pericolo sembra passato e per continuare con la sperimentazione del vaccino, nonostante l’infezione più rara renda difficile controllare la sua efficacia.

23 agosto 2017 Chiara Palmerini
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