Le classi d'asilo svuotate e i lettini pieni di fazzoletti: per le famiglie dell'emisfero settentrionale con bambini sotto i 5 anni, gli ultimi due mesi sono stati un susseguirsi di infezioni respiratorie con una frequenza, una durata e una gravità che non si vedevano da anni.
Perché ci troviamo in questa situazione? In parte per gli strascichi delle misure che sono state necessarie per gestire la pandemia; ma ci sono almeno due altre ragioni.
Situazione complessa. Come spiegato in un articolo sul New Scientist, anche se è normale che i virus respiratori presentino il conto nei mesi invernali, il momento in cui sono comparsi e il numero di ricoveri che hanno determinato quest'anno sono inusuali. L'influenza è iniziata in anticipo rispetto agli ultimi anni, manifestandosi da subito più aggressiva, con febbri molto alte, sintomi respiratori e a volte gastrointestinali.
Secondo Silvestro Scotti, segretario generale della FIMMG, la Federazione italiana dei medici di medicina generale, mai negli ultimi 15 anni avevamo dovuto confrontarci con un picco paragonabile a quello di questo inverno. E non aiuta il fatto che i cittadini tendano ormai ad associare l'influenza, per un effetto psicologico, a un'infezione meno preoccupante della covid.
Di quali virus parliamo. I bambini sotto ai 5 anni sono particolarmente vulnerabili alle conseguenze dell'influenza. Ma a complicare il panorama c'è un ritorno in grande stile del Virus Respiratorio Sinciziale (VRS), la principale causa di bronchiolite e polmonite nei più piccoli, la cui circolazione è aumentata in Europa negli ultimi due mesi portando pressione sui sistemi sanitari.
Gran Bretagna, Francia, Irlanda, Svezia e Olanda segnalano inoltre un incremento delle infezioni batteriche legate allo Streptococco A, un patogeno che di norma causa una malattia di lieve entità ma che se riesce a sopraffare le difese dell'organismo può innestare condizioni serie e pericolose per la salute.
Effetto lockdown. In parte questi patogeni stanno recuperando il tempo perduto ora che le misure di mitigazione per la covid si sono attenuate e che i bambini hanno di nuovo la possibilità di mescolarsi.
Dal momento che quasi tutte le malattie dell'infanzia si trasmettono attraverso muco e saliva è evidente che i lockdown hanno avuto un profondo impatto sulla loro diffusione. Nel 2020 e 2021 la circolazione di questi virus è stata ridotta al limite e ora si stanno rifacendo con gli arretrati.
Varianti più dure. Ma c'è un'altra spiegazione sul tavolo. In alcuni casi anche i ceppi dei virus che stanno circolando sono particolarmente aggressivi.
Quest'anno è particolarmente diffuso il ceppo di influenza H3N2, tra i più pericolosi per bambini e anziani. E anche il tipo di Streptococco A dominante è responsabile di infezioni più severe.
Questo umano è mio! Un'altra ragione della difficile stagione per l'apparato respiratorio è da ricercare nella cosiddetta interferenza virale, ossia nelle relazioni tra i virus che ci infettano, che interagiscono gli uni con gli altri determinando non solo quando si presentano certe ondate ma anche la nostra suscettibilità alle infezioni.
Quando siamo contagiati da un virus, questo patogeno in genere impedisce ad altri "concorrenti" di attaccarci pur di avere l'esclusiva sul nostro martoriato organismo che ha ormai colonizzato. Ecco perché si vedono comparire ondate virali simultanee tutte in uno stesso periodo.
facili Prede. Inoltre le infezioni debilitano il sistema immunitario umano lasciandoci più vulnerabili ad altri virus per le settimane successive. Gli effetti si notano molto bene nella stagione influenzale: c'è in genere un primo picco di casi di una forma di influenza, nel pieno dell'inverno, seguito da un secondo picco di un'altra forma alla fine della stagione e all'inizio della primavera. Di solito l'influenza B arriva quando l'influenza A è ormai fuori gioco e si avvantaggia delle difese immunitarie azzerate dalle precedenti infezioni.
Un nuovo agente nel mix. In tutto questo non bisogna dimenticare il fattore covid. Il coronavirus SARS-CoV-2 si è inserito in questa popolazione di patogeni stagionali reclamando i suoi spazi, anticipando la stagione influenzale grazie alla fine delle restrizioni anticovid e offrendo agli altri virus una popolazione con le difese già provate da diverse ondate pandemiche.
I bambini che in molti casi hanno già un'esperienza di covid alle spalle sono arrivati a questa stagione invernale ulteriormente debilitati e con virus pronti ad attaccarli di nuovo, grazie al ritorno alla vita sociale.