Riccione, 12 ott.(AdnKronos Salute) - Anche l'amore ha suoi tempi, e cercare di 'forzarli' può mettere a rischio la salute maschile: "E' stato scientificamente dimostrato che la durata media, naturale e fisiologica di un rapporto sessuale è pari a 6,7 minuti", preliminari esclusi. "Dal momento della penetrazione a quello del piacere", dunque, è questa la 'misura giusta' della passione secondo una ricerca firmata da Vincenzo Mirone, segretario generale della Società italiana di urologia (Siu) riunita in Congresso nazionale a Riccione.
Lo studio, pubblicato sulla rivista internazionale 'European Urology', si chiama Pause e ha coinvolto oltre 10 mila pazienti arruolati in vari centri del mondo per valutare gli effetti della dapoxetina, farmaco italiano contro l'eiaculazione precoce che colpisce nel nostro Paese 4 milioni di uomini. "E' emerso appunto che, in condizioni di normalità - precisa Mirone - la durata di media di un rapporto è di poco inferiore ai 7 minuti. Ciò significa che questo va considerato il tempo fisiologico dell'amore".
E sfidare la natura non conviene, ammonisce lo specialista: "Cercare di prolungare questa durata, ricorrendo troppo spesso ad artifici per 'resistere' come ad esempio il coito interrotto e poi ripreso, può provocare un'iper-disensione della prostata e scatenare infiammazioni".
Mirone ricorda che alcune sostanze da abuso (alcol, cocaina, marijuana) possono 'dopare' la performance e allungare oltre i limiti la durata del rapporto. Al di là dei danni prodotti dall'assunzione, però, nemmeno l'eros ne guadagna: "Queste sostanze - avverte infatti l'urologo - agiscono aumentando l'eccitazione maschile, ma riducono la capacità di tradurla in una prestazione 'resistente' e di qualità".