Roma, 15 giu. (AdnKronos Salute) - I neonati, contrariamente a ciò che si pensa, possono affrontare ogni tipo di viaggio, purché si presentino le condizioni necessarie al suo comfort. E' comunque preferibile aspettare, se possibile, dopo la prima decina di giorni di vita, periodo nel quale alcune condizioni (l'inizio dell’allattamento, la perdita di peso e l'eventuale ittero) potrebbero essere talvolta da monitorare, col supporto del pediatra scelto. In prossimità delle vacanze estive la Sin, la Società Italiana di Neonatologia ha redatto un vademecum per scegliere al meglio la meta, il mezzo di trasporto e le cure migliori da dare al piccolo, anche in vacanza. "Non c’è differenza sulla tipologia del luogo da scegliere, va bene sia il mare che la montagna o la campagna, ideale, per trascorrere le vacanze con un neonato di poche settimane", sottolinea la Sin.
I bebè possono viaggiare in auto se condizioni climatiche favorevoli sono garantite all'interno dell’abitacolo. È meglio - osservano i neonatologi - viaggiare nelle ore più temperate della giornata e posizionare l’auto all’ombra. Il neonato deve essere alloggiato nel suo 'ovetto', conforme alla normativa europea e opportunamente fissato al sedile. E' vietato posizionarlo sul sedile anteriore per gli effetti potenzialmente lesivi dell'airbag; In auto non abusare con l’aria condizionata, ma posizionarla a temperature non molto inferiori a quelle esterne e comunque non inferiori a 22-23 gradi. Occorre inoltre prevedere una sosta ogni due ore circa e ogni volta che il piccolo deve essere alimentato; non lasciarlo mai solo, poiché, ad esempio, la temperatura interna dell'auto potrebbe raggiungere livelli elevati e il piccolo potrebbe disidratarsi con facilità.
Una soluzione comoda è sicuramente il treno - spiega il vademecum della Sin - poiché, anche se il neonato non occupa un posto a sedere e quindi potrà viaggiare in braccio alla mamma. Se strettamente necessario il neonato può anche prendere l’aereo (previo contatto con la compagnia aerea per le indicazioni del caso), ma sarà sottoposto ad uno stress dovuto ad eventuali sbalzi di temperatura, di pressione, a luce e rumori che possono disturbarlo. E' consigliabile attaccarlo spesso al seno, riducendo in questo modo la possibilità che la chiusura della comunicazione tra faringe e orecchio medio crei depressione atmosferica in quest’ultimo, in particolare durante decollo e atterraggio, e dunque dolore.
Nel caso di una località di mare è fondamentale garantire al neonato le condizioni climatiche più adatte - sottolinea la Sin - che implicano l’uscire nelle ore più fresche, l’essere posto in ambienti temperati e arieggiati, non essere mai esposto direttamente ai raggi solari, soprattutto nelle ore centrali della giornata.
Occorre tenere a mente che il neonato risulta particolarmente vulnerabile in caso di temperature troppo elevate e fortemente a rischio di disidratazione, rilevabile attraverso una scarsa emissione di urine (pannolino spesso asciutto), secchezza delle mucose, avvallamento della fontanella anteriore, irritabilità o sopore, talvolta alterazioni della temperatura corporea.
E’ meglio evitare luoghi troppo isolati (o troppo affollati) e scarsamente sicuri per il bebè, ove il bisogno di una consultazione pediatrica diventi difficile o impossibile. L’ideale è scegliere spiagge 'a misura di bambino', stabilimenti ben attrezzati per la tranquillità dei genitori e la salvaguardia dei piccoli. E’ possibile anche la scelta di una località montana, ma sempre con le dovute precauzioni. Le temperature, che in estate sono generalmente più miti che in città, sono assolutamente idonee ad una vacanza con un piccolo di poche settimane. Altezze elevate (superiori a 2000-2500 metri) sono comunque sconsigliabili.
La campagna infine è la destinazione ideale: il bambino, che dorme ancora per la maggior parte del tempo, ha bisogno di un ritmo regolare e la campagna offre un clima temperato e tutta la calma che si possa desiderare, evitando se si può aree in prossimità di stagni e stalle, nelle quali vi sia una concentrazione eccessiva di insetti così detti ematofagi (cioè che si nutrono di sangue) quali zanzare e pappataci, potenziali portatori di malattie anche gravi.
Ma cosa va messo in valigia quando si viaggia con un bebè? "Per i climi caldi e soleggiati, indumenti chiari e leggeri, di fibre naturali, che lascino scoperti gli arti, un cappellino chiaro a falda ampia - sottolineano i neonatologi - per proteggere il piccolo da eventuali congiuntiviti da esposizione solare ed un maglioncino in filo per tutelarlo dall’umidità delle ore serali: questo il bagaglio minimo indispensabile per l’abbigliamento del bebè. E ancora salviette imbevute, una riserva di pannolini ed una copertina per proteggere il piccolo dall’aria condizionata e dei bavaglini (quelli usa e getta sono sicuramente più pratici) e detergenti antisettici per le suppellettili e gli oggetti che verranno in contatto con lui".
Per prevenire le scottature, anche se è vero che la miglior prevenzione è una scarsa e mai diretta esposizione solare del neonato - osservano gli esperti - da portare con sé e da utilizzare di tanto in tanto per le zone esposte, creme con filtro fisico, ovvero contenenti minerali quali ossido di zinco o titanio che riflettono i raggi solari impedendone la penetrazione, ad alto potere filtrante e non troppo untuose, per evitare l’occlusione dei pori.
Infine, contro le punture d’insetto i neonatologi sconsigliano i fornelletti emanatori di sostanze potenzialmente tossiche e da evitare i prodotti repellenti da spruzzare sulla cute. Anche le sostanze profumate vanno evitate, perché possono essere un forte richiamo per gli insetti. La più corretta prevenzione, specie nelle ore serali, è - conclude il vademecum della Sin - quella fatta con metodi di barriera, quali zanzariere poste su culle, carrozzine e possibilmente anche alle finestre. In linea di massima comunque è preferibile evitare le zone in cui sono presenti molti insetti, come località lacustri o tropicali.