Salute

Variante Delta: ecco perché è così difficile da fermare

Un minore tempo di incubazione e una maggiore carica virale sembrano essere all'origine della maggiore trasmissibilità della variante Delta del virus.

Per la variante Delta, l'ultima, contagiosissima e cosmopolita versione del coronavirus della covid, è un momento di indubbio successo. Grazie a una trasmissibilità due volte più elevata rispetto al ceppo originale di SARS-CoV-2, la variante Delta è ormai un po' ovunque predominante e sta alimentando una quarta ondata pandemica, fortunatamente meno letale nei Paesi che hanno avuto accesso ai vaccini. Ma appurato che è più contagiosa, da che cosa deriva la facilità con cui si propaga?

Vista da vicino. Jing Lu, epidemiologo del Guangdong Provincial Center for Disease Control and Prevention di Guangzhou, Cina, ha studiato l'evoluzione della covid da variante Delta in 62 pazienti che si trovavano in quarantena dopo essere stati in contatto con soggetti positivi: in pratica il primo gruppetto di persone in Cina ad ammalarsi di questa versione del virus. Complice la chiusura forzata della quarantena, Lu ha potuto misurare l'evoluzione della carica virale (cioè la densità di particelle virali nel corpo) nei malati, oltre a confrontare il decorso dell'infezione con quello di altre 63 persone contagiate con la versione originale di SARS-CoV-2 nel 2020.

Due assi nella manica. I risultati, consultabili in uno studio su medRXiv in pre-pubblicazione, fanno emergere due caratteristiche peculiari della variante Delta rispetto ai vecchi ceppi del virus. La prima è un minore tempo di incubazione: il coronavirus è stato rilevabile nei pazienti contagiati dopo quattro giorni in media dall'esposizione e non sei, come in passato - la prova che la variante di Delta si replica più in fretta. La seconda è una carica virale fino a 1.260 volte più elevata nelle persone contagiate dalla variante Delta rispetto a quelle colpite dalle versioni originali di coronavirus.

Prova a prendermi. Insieme, queste due caratteristiche formano una combinazione micidiale. I tempi di incubazione più stretti rendono più difficile il lavoro di contact tracing (non si fa in tempo a realizzare, avvisare e isolare le persone a rischio che la catena di contagio è già ricominciata). Una maggiore carica virale significa invece anche una maggiore probabilità di eventi di superdiffusione: in generale è più facile trasmettere la covid.
 
Non è ancora chiaro invece se la malattia indotta da variante Delta sia, proprio per la più alta carica virale, anche più grave. L'effetto protettivo dei vaccini, che difendono dalle forme più severe della malattia, sta fortunatamente attutendo il bilancio di vittime della nuova ondata pandemica.

Resta da capire inoltre in che misura la variante Delta sia più capace di evadere le difese immunitarie.

27 luglio 2021 Elisabetta Intini
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