Il comitato di sicurezza dell'EMA (PRAC) è giunto alla conclusione che i rari e inusuali casi di problemi circolatori (in particolare, trombosi associae a piastrinopenia ovvero a penuria di piastrine) individuati nelle ultime settimane in un esiguo numero di vaccinati possono essere considerati effetti collaterali estremamente rari del vaccino - esisterebbe, cioè, un nesso causale tra vaccinazione e disordini del sangue, anche se talmente raro che il rapporto tra rischi e benefici resta favorevole.
Secondo EMA, infatti, i benefici dei vaccini - e in particolare del vaccino di AstraZeneca - nella prevenzione della CoViD-19 continuano ad essere superiori ai rischi di eventuali effetti collaterali: Vaxzevria, il vaccino di AstraZeneca, è estremamente efficace nel proteggere dalle forme gravi di covid e dai rischi di ospedalizzazione legati alla malattia.
Le donne rischiano di più? Dai dati disponibili non è stato possibile identificare fattori di rischio specifici per questi rari disordini del sangue, e l'EMA pertanto non raccomanda alcuna misura specifica per la riduzione del rischio. Come ha spiegato Sabine Straus, membro del PRAC: «Anche se la maggior parte dei casi si è verificata in persone sotto i 60 anni e in donne, a causa dei diversi modi in cui i vaccini sono somministrati nelle diverse nazioni, il PRAC non ha potuto concludere se età e genere siano fattori di rischio chiari per questi effetti collaterali estremamente rari».
Di che numeri parliamo? Il PRAC ha valutato attentamente 62 casi di trombosi cerebrale del seno venoso (CVST) associata a basso numero di piastrine e 24 di trombosi della vena splenica (nell'addome), segnalati entro il 22 marzo 2021 tra UE e Regno Unito (dove sono stati vaccinati oltre 25 milioni di cittadini). Diciotto di questi casi sono risultati fatali. Al 4 di aprile, le segnalazioni di CVST erano arrivate a 169 e quelle di trombosi della vena splenica a 53 su 34 milioni di vaccinati. La frequenza di casi riportati è di circa 1 o 2 eventi ogni 100.000 vaccinati.
Per fare un paragone con qualcosa che conosciamo meglio, se si somministrano contraccettivi ormonali per un anno a 10.000 donne sane, ci si possono aspettare 4 casi di trombosi in quei 12 mesi. Se si somministrassero 34 milioni di contraccettivi orali per un anno, ci si possono aspettare 13.600 casi di trombosi in quei 12 mesi.
La trombosi è una condizione in cui si formano piccole masse solide nei vasi sanguigni (trombi) che impediscono la circolazione del sangue. Ne esistono diverse forme. La distinzione principale riguarda il tipo di vaso in cui si forma il trombo: nelle vene si ha la trombosi venosa; nelle arterie si ha la trombosi arteriosa. Quest'ultima è più pericolosa perché i trombi bloccano l'arrivo dell'ossigeno con il sangue, fino a far morire alcune cellule. I trombi nelle vene sono più subdoli, perché rallentano il ritorno del sangue al cuore, e la parte liquida del sangue fuoriesce dal vaso, gonfiando i tessuti circostanti (edema).
Si distinguono poi anche in base alla zona del corpo in cui avvengono: quelle più comuni interessano solitamente gli arti, ma sono comunque pericolose perché se il coagulo di sangue si stacca e raggiunge i polmoni si può avere un'embolia polmonare; quelle più rare sono le trombosi cerebrali.
La trombosi è la terza malattia cardiovascolare più comune: in Italia ogni anno 500mila persone sviluppano la trombosi e quasi tre quarti di queste sono arteriose.
Ipotesi sulle cause. Tutti i casi si sono verificati nelle due settimane successive alla vaccinazione e soprattutto dopo la prima dose (perché la maggior parte dei vaccinati in Europa ha avuto finora una dose soltanto ed è in attesa della seconda).
Non ci sono dati per sospettare un ruolo degli ormoni estrogeni nella genesi di queste reazioni, come da più parti ipotizzato. Una possibile spiegazione per la combinazione tra trombosi e piastrinopenia potrebbe essere legata a una risposta immunitaria che porta a una condizione simile a quelle talvolta osservate in pazienti trattati con eparina, ma serviranno ulteriori studi per analizzare questa ipotesi.
Riconoscere prontamente i sintomi di queste forme di trombosi (difficoltà di respiro, dolore al petto, gonfiore a una gamba, dolori addominali persistenti, visione offuscata, mal di testa invalidante e prolungato per giorni, eruzioni cutanee vicino al sito di iniezione) e rivolgersi al proprio medico è fondamentale per scongiurare esiti gravi.
Come si procede? La decisione su come usare il vaccino nelle campagne vaccinali nazionali dovrà tener conto della situazione pandemica e della disponibilità di vaccini in ogni Stato e sarà, pertanto, politica. Non è possibile dare indicazioni sulla possibilità di abbinare diversi vaccini e somministrare la seconda dose con un vaccino diverso, perché non ci sono al momento dati scientifici su questa modalità di immunizzazione.