Uno dei maggiori timori sui vaccini anti covid è che non riescano a proteggere adeguatamente le persone anziane, o che offrano protezione soltanto dalle forme lievi dell'infezione (le più diffuse, nonché le più facili da contrarre dagli adulti giovani e sani arruolati nelle sperimentazioni).
Ora un piccolo studio su uno dei vaccini più avanti nei trial farmacologici, quello dell'azienda statunitense Moderna, sembra indicare che il preparato è in grado di sollecitare negli anziani una risposta immunitaria simile a quella stimolata nei più giovani. La notizia pubblicata sul New England Journal of Medicine non dà informazioni sul tipo di protezione offerta dal vaccino ma è comunque un segnale positivo, perché molti vaccini non funzionano altrettanto bene sul sistema immunitario più debole degli anziani.
Un apparente controsenso. Le persone più in là con gli anni corrono un rischio più elevato di contrarre forme gravi o letali di covid, anche per la maggiore frequenza di malattie croniche. Allo stesso tempo, con l'età il sistema immunitario perde forza: molti vaccini, incluso quello antinfluenzale, servono soprattutto agli anziani eppure non funzionano altrettanto bene nel loro organismo. Ecco perché un gruppo di scienziati della Emory University di Atlanta ha voluto testare la capacità del vaccino sperimentale di Moderna di attivare il sistema immunitario in questa fascia di popolazione, somministrando a due gruppi di 20 persone ciascuno, uno di età compresa tra i 56 e i 70 anni e uno di over 71, due diversi dosaggi di vaccino (25 e 100 microgrammi) in due iniezioni a 28 giorni di distanza.
Attivazione avvenuta. Soprattutto dopo il dosaggio più elevato, la risposta immunitaria dei partecipanti è stata analoga a quella degli adulti tra i 18 e i 55 anni: i volontari anziani hanno prodotto diversi tipi di cellule immunitarie, inclusi gli anticorpi neutralizzanti. Dopo il richiamo del vaccino, i soggetti mostravano un livello di attivazione immunitaria analogo a quello dei guariti dalla covid, a fronte di effetti collaterali deboli o moderati.
Il vaccino mRNA-1273 di Moderna si basa su un breve segmento di RNA copiato da una versione sintetica del coronavirus SARS-CoV-2 riprodotta in laboratorio: questo frammento comprende le istruzioni genetiche che permettono al coronavirus SARS-CoV-2 di attaccare le cellule umane attraverso le spicole sul suo guscio esterno. Introdotto nell'organismo, dovrebbe scatenare una risposta immunitaria all'infezione senza poter in alcun modo causare la malattia. I trial del vaccino sono ormai alla fase 3, ma non è ancora chiaro che tipo di protezione offra contro la covid.
Il problema del dosaggio. Lo studio non prova che il vaccino proteggerà contro la covid, ma è comunque un primo, importante passo. Il fatto che il dosaggio testato sia sufficiente è già di per sé una buona notizia: se fosse stato necessario un dosaggio più elevato, come già avviene per il vaccino antinfluenzale, il numero di vaccini eventualmente disponibili sarebbe risultato inferiore alle necessità. Un altro possibile approccio, se non si trovasse in breve tempo un vaccino adatto agli anziani, sarebbe la strategia di immunizzazione ad anello, in cui vengono vaccinate tutte le persone attorno e non gli anziani stessi. Anche in questo caso però, servirebbe produrre moltissime dosi in più.