Roma, 11 ago. (AdnKronos Salute) - Gli episodi di infezione invasiva meningococcica che si sono recentemente verificati non rappresentano un evento inatteso o anomalo e non configurano una particolare situazione di emergenza. Lo sottolinea la Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), ribadendo contestualmente con forza la propria posizione in favore di "una rapida e generalizzata attuazione nei bambini di quanto previsto dal piano vaccinale nazionale 2016- 2018 sulla vaccinazione sia contro il meningococco di sierogruppo B, sia contro i meningococchi di sierogruppo Acwy".
Le infezioni invasive meningococciche (meningiti e sepsi) sono causate da un batterio molto diffuso, Neisseria meningitidis, che viene 'trasportato' da persona a persona per via aerea. Circa il 10% degli adolescenti e dei giovani adulti ne è correntemente portatore e nel corso della vita la grande maggioranza della popolazione lo ospita almeno transitoriamente. Solo una ridottissima parte di queste colonizzazioni si trasforma in infezioni invasive. Questo avviene probabilmente in persone predisposte geneticamente e/o in situazioni particolari.
A oggi non è possibile prevedere chi potrà ammalarsi e chi no, il che sottolinea l’importanza della vaccinazione nell’infanzia - ribadiscono gli esperti - la fascia d’età più colpita, anche al fine di prevenire le infezioni invasive nella seconda fascia d’età più colpita, gli adolescenti e i giovani adulti.
"Tra il 2012 e il 2015 - ricorda Massimo Galli, Ordinario di malattie Infettive all’Università di Milano e vicepresidente Simit - sono stati registrati annualmente in Italia meno di tre casi per milione di abitanti. Una modesta tendenza all’aumento (da 2,3 per milione nel 2012 a 2,8 nel 2015) è da attribuire principalmente all’incremento di casi osservato in Toscana (dati Epicentro, Iss). L'epidemia in Toscana è sostenuta da un particolare ceppo (cc11) del meningococco di sierogruppo C. La Regione Toscana ha di conseguenza promosso una campagna vaccinale estesa gratuitamente, su richiesta, alle persone di età compresa tra i 20 e i 45 anni".
"Va comunque sottolineato - conclude l'esperto - che il meningococco di sierogruppo B, da molto tempo prevalente nel nostro Paese e contro il quale è stato più complesso approntare un vaccino efficace, ora finalmente disponibile, è tuttora il più frequentemente isolato in Italia in pazienti con infezioni invasive. Per quanto rare, le infezioni invasive meningococciche sono eventi drammatici, non infrequentemente mortali e causa di sconcerto e di profondo dolore per la repentina perdita di giovani vite. L’utilizzo razionale degli strumenti vaccinali rappresenta un passo fondamentale per prevenirle e in prospettiva ridurne ulteriormente l’incidenza".