Danneggiano irrimediabilmente il sistema nervoso, provocano tumori e altre malattie, sono uno spreco di soldi e, soprattutto, non servono a niente. Sono convinzioni comuni sui vaccini, voci che arrivano ormai a tutti i genitori. Popolarissime sul Web, si diffondono con altrettanta efficacia di bocca in bocca, alimentando incertezze che diventano montagne d’ansia quando arriva il primo appuntamento con l’Asl.
La buona notizia però è che sono tutte false, inventate di sana pianta o frutto di equivoci e malintesi. A partire da quella, diffusissima, sulla presenza di mercurio nei preparati iniettati ai più piccoli. «Non c’è mercurio nei vaccini», chiarisce Stefania Salmaso, direttrice del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute all’Istituto superiore di sanità (Iss). «Fino agli anni Novanta era usato un conservante a base di etilmercurio, chiamato tiomersale. A differenza del metilmercurio, l’etilmercurio non danneggia il sistema nervoso. Tuttavia, per fugare ogni sospetto, è stato comunque eliminato».
contenuto DOC. I dubbi sulla sicurezza dei vaccini, e sull’opportunità di usarli, cominciano a creare situazioni rischiose, benché agenzie internazionali come l’Unicef, che si occupa della salute dei bambini, ribadiscano che di questa pratica non si deve assolutamente fare a meno. Anzi. Lo slogan scelto dall’organizzazione lascia poco spazio ai dubbi: “100%, vacciniamoli tutti”.
Tra le voci senza fondamento c’è quella, smentita da molti anni ma sempre riproposta, che il vaccino Mpr (contro morbillo-parotite e rosolia) provochi l’autismo, la leucemia o altri tumori (vedi immagine qui sotto).
Effetti collaterali? È anche diffusa la preoccupazione per gli effetti collaterali, che si pensa possano aumentare per le vaccinazioni multiple come l’esavalente (tetano, difterite, poliomielite, epatite B, Haemophilus influenzae B e pertosse). «Non è così», rassicura Salmaso. «I preparati oggi sono molto purificati e contengono solo le componenti che stimolano il sistema immunitario a sviluppare le difese contro la malattia verso cui sono rivolti. I rischi sono minimi e non aumentano se si somministrano più vaccini in un’unica soluzione. Anzi, questa modalità riduce il numero di iniezioni ed è meglio tollerata». In qualche caso questa può persino essere la chiave per convincere i genitori a non sfuggire ai vaccini, che, ribadisce l’Unicef, sono «uno dei più efficaci strumenti di tutela della salute infantile».
Ha ancora senso vaccinarsi oggi? Altre perplessità sono di carattere più generale. Ci si chiede, per esempio, che senso ha continuare a immunizzarsi contro agenti infettivi che in Italia sono ormai inesistenti. «Bisogna farlo perché potrebbero tornare», risponde l’esperta.
«Il virus della poliomielite e il batterio della difterite sono presenti in altri Paesi, e per scongiurarne l’importazione serve che la popolazione sia protetta. Le cose cambiano per il vaiolo, debellato ovunque, e contro il quale per questo non ci si vaccina più».
C’è infine chi sostiene che le malattie infettive si possano prevenire ugualmente bene con misure igieniche adeguate. «È falso», puntualizza l’epidemiologa. «Le condizioni igieniche incidono sulle infezioni che si trasmettono con gli alimenti o le bevande, ma non hanno lo stesso effetto su quelle diffuse per via aerea, come il morbillo, la rosolia o le meningiti».
“Il vaccino causa l’autismo”: la voce arriva da Andrew Wakefield, ex medico inglese radiato (leggi).
“Causa il cancro”: nel 1963 si scoprì che un vaccino della polio era coltivato su cellule di scimmia infettate dal SV40, un virus sospettato (ma senza conferme) di essere cancerogeno. Si sostituì il terreno da cui veniva prodotto il vaccino e nessun tumore fu mai correlato al virus. Per contro le persone che ricevettero il vaccino non si sono ammalate di poliomielite.
“Causa la leucemia”: risale a prima del 1915 quando si sapeva poco del sistema immunitario.
“Causa sclerosi multipla e malattie autoimmuni”: anzi, nel 2011 si è dimostrato che il vaccino di difterite e tetano riduce il rischio.
Malattie scomparse. Le vaccinazioni, insomma, sono insostituibili: non si spiegano in altro modo i risultati rilevantissimi ottenuti per molte malattie. In Italia la copertura dell’esavalente è ormai inferiore al 95% dei bambini, ma grazie ai valori più alti che si erano raggiunti negli anni scorsi, «le infezioni causate da Haemophilus influenzae B sono praticamente azzerate; la difterite e la poliomielite sono scomparse già da molti anni, il tetano si riscontra ormai solo negli adulti non immunizzati», chiarisce Salmaso.
Le cifre sono invece meno buone per i vaccini che incontrano le maggiori resistenze, come l’Mpr, al quale sfuggono 14 bambini su 100. L’incidenza del morbillo oggi è certamente molto lontana da quella degli anni Settanta e Ottanta, ma una malattia che potrebbe essere scomparsa, e che può risultare gravissima, nel 2013 ha fatto registrare 37 casi per milione di abitanti, il doppio della media europea, anche nella fascia d’età che dovrebbe essere protetta.
E neppure è stata debellata la rosolia congenita, che può trasmettersi dalla madre al figlio nella gravidanza, e che può essere prevenuta anche immunizzando le donne in età fertile. Dal 2005 al 2013, 150 gestanti hanno contratto il virus (50 solo in Campania). In 30 hanno abortito, un feto è morto, e molti neonati avevano danni permanenti al cuore e al sistema nervoso centrale, o la cataratta.
Diverso è il caso del meningococco. La vaccinazione oggi offerta in Italia protegge dal ceppo C, ma sebbene il 25% dei bambini manchi l’appuntamento, le sepsi e le meningiti causate da questo batterio sono diventate rarissime. Le piccole epidemie che si registravano in passato non si verificano più. Le infezioni da meningococco B sono invece ancora qualche decina all’anno, ma un vaccino contro questo ceppo è stato approvato lo scorso dicembre. E molte Regioni hanno già iniziato a proporlo, a dispetto di voci e leggende metropolitane.
Tutti i dati sulla copertura vaccinale in Italia si trovano sul sito dell'Istituto superiore di sanità.