Quando è troppo, è troppo - e potremmo averne abbastanza di presunte ricerche "scientifiche" a sostegno di un legame tra vaccini e autismo (vedi la storia di questa bufala). Ma a quanto pare periodicamente una di queste ricerche riesce a salire alla ribalta e a suscitare un polverone mediatico poco prima di essere sbugiardata.
L'ultimo caso riguarda l'idea di due ricercatori dell'Università della British Columbia (Canada), Christopher Shaw e Lucija Tomljenovic, che sostengono che l'alluminio usato come adiuvante per alcuni vaccini provochi, nei topi, sintomi simili a quelli dell'autismo. L'ipotesi si inserisce in un filone di ricerche, puntualmente contestate da decine di lavori scientifici, sulla presunta tossicità dei sali di alluminio impiegati per aumentare la risposta immunitaria protettiva in molti vaccini pediatrici.
Sparito, dopo il danno. Lo studio canadese apparso il 5 settembre sul Journal of Inorganic Biochemistry è pronto per essere ritrattato (cioè ritirato, come se non fosse mai stato pubblicato) dopo che la comunità scientifica ha rilevato in esso fondamentali errori di metodo, dati e figure manipolati, dubbie basi statistiche e interessi economici di parte. L'annuncio della sua ritrattazione, spiegano gli editor della rivista, è imminente (e a quel punto l'articolo sarà cancellato da ogni archivio). Meglio tardi che mai, anche se le verifiche dovrebbero essere fatte prima della pubblicazione e intanto il tema è stato ripreso online e ha forse contribuito a rafforzare le discutibili tesi degli antivaccinisti.
Le accuse. Tra le principali contestazioni al lavoro ci sono il fatto di aver iniettato nei topi dosi che non corrispondono a quelle somministrate ai bambini; di averle inoculate sottopelle, e non nel muscolo (come avviene per l'uomo); di aver fatto riferimento a studi genetici datati e ormai superati; di aver usato un metodo non accurato per valutare l'attività genetica, nonché strumenti statistici non affidabili; di aver cancellato deliberatamente i dati di controllo "scomodi"; di essere stati finanziati con assegni di ricerca per 900.000 dollari da associazioni che mettono in dubbio la sicurezza dei vaccini; e, dulcis in fundo, di aver manipolato, duplicato e scambiato le immagini a corredo della loro relazione.
"A nostra insaputa". David Gorski, oncologo della Wayne State University, ha definito il lavoro "una tortura sui topi in nome delle pseudoscienze". Di fronte alle proteste arrivate su PubPeer, una piattaforma in cui gli scienziati discutono sui lavori scientifici appena pubblicati, Christopher Shaw si è difeso dicendo che per motivi a lui ignoti dati e immagini sono stati manipolati prima della pubblicazione. Ha aggiunto di non avere accesso ai dati originali, ora in possesso di un'altra ricercatrice adesso in Cina, e di aver chiesto egli stesso di ritrattare il paper.
Due vecchie conoscenze. Shaw e Tomljenovic non sono nuovi alle ritrattazioni. Già nel 2014 un altro loro lavoro in tema di autismo era stato ritirato dopo la pubblicazione, e nel 2012 la stessa OMS si era spesa contro due loro lavori sulla non dimostrata tossicità dell'alluminio nei vaccini.