Salute

Vaccini e autismo: il legame non esiste

La scienza ha smentito da tempo l'esistenza di un nesso fra vaccinazioni e autismo. Ma la sentenza di un tribunale riporta la bufala sulle prime pagine

Fa discutere in queste ore la sentenza del Tribunale del lavoro di Milano che stabilisce che il Ministero della Salute dovrà risarcire con un assegno bimestrale un bambino affetto da una forma di autismo, causata - secondo il giudice - dal vaccino esavalente. La sentenza non è definitiva, perché il Ministero è ricorso in appello, ma di certo non contribuisce a rasserenare gli animi sulla questione delle vaccinazioni.

la scienza assolve il mercurio. Il tema è stato al centro di un dossier pubblicato su Focus di novembre, ma in questa occasione occorre ribadire quanto detto lì: i vaccini salvano molte vite, sono il solo modo per proteggerci da malattie gravissime, che non hanno nessuna cura, e molto raramente determinano effetti collaterali. Fra questi ultimi, ci sono reazioni allergiche anche gravi (in 1-2 casi su un milione), la febbre, a volte con convulsioni (1-2 casi su 10.000), e altre malattie altrettanto rare, che il Ministero riconosce e per le quali elargisce effettivamente dei risarcimenti, quando sono conseguenza di un vaccino. L'autismo però non c'è. «La scienza ha smentito da tempo qualsiasi relazione fra vaccini e autismo, sia per quanto riguarda la vaccinazione esavalente, oggetto della sentenza milanese, sia per quella contro morbillo, parotite e rosolia, che è stata sotto i riflettori in altre occasioni», ricorda Giovanni Corsello, presidente della Società Italiana di Pediatria (Sip). «Ci preoccupa il fatto che si possano emanare sentenze prive di qualsiasi base scientifica, in un ambito così delicato e importante per la salute della collettività».

Nel 2000 dai vaccini è stato tolto il tiomersale, il sale contenente mercurio usato come conservante

Stando alla sentenza di Milano, il caso di autismo sarebbe stato determinato da “un disinfettante a base di mercurio”, presente nel vaccino esavalente Infanrix Hexa (contro tetano, epatite B, pertosse, difterite, Haemophilus influenzae B, poliomielite e tetano) somministrato nel 2006. Si tratterebbe, quindi, di un caso più unico che raro, dato che il mercurio è stato eliminato dai vaccini a partire dal 2000 (infatti non compare nella scheda tecnica del farmaco). Ma se anche il lotto fosse stato contaminato, come ipotizzato dal giudice, Corsello ribadisce che «la relazione fra questa sostanza e l'autismo non è mai emersa in nessuno studio».

storia di una frode. E le ricerche scientifiche hanno anche smentito il legame fra questa malattia e il vaccino trivalente contro morbillo, parotite e rosolia (Mpr). In questo caso, a ipotizzare un nesso era stato un articolo pubblicato dalla rivista Lancet nel 1998 dal medico inglese Andrew Wakefield,che riguardava 12 bambini.

Lo studio fece scalpore e gli scienziati si misero subito al lavoro per verificare quelle affermazioni che, se confermate, avrebbero portato a rivedere le politiche vaccinali. Fortunatamente però le indagini successive smontarono l'ipotesi più allarmistica. Anzi, negli anni seguenti emerse che l'articolo di Wakefield conteneva dichiarazioni deliberatamente false e che il medico era stato profumatamente pagato da uno studio legale che assisteva le famiglie di alcuni dei bambini coinvolti nello studio, che avevano un interesse a dimostrare l'esistenza di un legame fra la vaccinazione Mpr e l'autismo. Molti dei colleghi che avevano firmato lo studio assieme a Wakefield fecero pubblica ammenda, ammettendo che «i dati presentati erano del tutto insufficienti a dimostrare che ci fosse un nesso causale fra la malattia e la vaccinazione». Nel 2010, un'indagine accertò che il medico aveva anche eseguito sui bambini procedure mediche invasive e dolorose, senza che fosse necessario e senza avere ottenuto l'autorizzazione da un comitato etico. Lancet ha ritrattato lo studio e Wakefield è stato radiato dall'Ordine dei medici.

26 novembre 2014 Margherita Fronte
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