Salute

I vaccini bloccano anche il contagio? È complicato

Perché sarebbe importante che i vaccini anti-covid arrestassero anche la trasmissione del virus? E come si capisce se ci stanno riuscendo?

Tutti i vaccini anti-covid disponibili proteggono dalle forme gravi della malattia, da ricoveri ospedalieri e decessi. Alcuni sono più efficaci di altri nell'impedire le infezioni con sintomi, mentre è meno chiaro quanto i diversi vaccini siano capaci di scongiurare anche il contagio e la trasmissione asintomatica del coronavirus SARS-CoV-2. Per capire come mai sarebbe importante bloccare anche la diffusione silenziosa del virus, proviamo a immaginare gli effetti di vaccini che impediscano la malattia sintomatica soltanto, ma non la circolazione del patogeno.

In cerca dell'anello debole. Se questo scenario si realizzasse, il virus della CoViD-19 continuerebbe a circolare fino a trovare, come ospiti, persone che non sono ancora state vaccinate (come i minori di 16 anni), o per le quali i vaccini sono meno efficaci o, ancora, chi per ragioni di salute non può essere immunizzato. Vaccinare gli operatori delle RSA non impedirebbe al virus di continuare a colpire anziani con un sistema immunitario più fragile; esibire un passaporto vaccinale non impedirebbe di contrarre la covid in Paesi non ancora raggiunti dai vaccini o di incontrare varianti contro le quali si è meno coperti.

Due modi di tagliare i ponti al virus. Insomma, la cosiddetta immunità sterilizzante, che si spera offrano i vaccini, sarebbe di grande importanza per raggiungere una situazione in cui il virus non riesce a circolare perché non trova vittime suscettibili al contagio - avremmo così l'immunità di gregge, o qualcosa che almeno le somigli. I vaccini possono impedire la circolazione dei virus in due modi: impedendo che i vaccinati siano infettati, in primo luogo, oppure impedendo che queste persone, seppur contagiate, trasmettano il virus ad altri.

Misurare direttamente questa seconda capacità è molto difficile. Come spiega un articolo sul New Scientist, lo studio che ci è andato più vicino è stato condotto sulle famiglie di 150.000 lavoratori sanitari scozzesi. La ricerca ha trovato che i conviventi di questi vaccinati correvano un rischio di contagio il 30% più basso, quando il loro familiare aveva ricevuto la prima dose dei vaccini di Pfizer/BioNTech o Oxford/AstraZeneca. Era però difficile capire se le persone contagiate nel corso dello studio avessero contratto la covid in casa o fuori, e comunque i vaccinati avevano avuto soltanto una dose: è quindi probabile che il lavoro abbia sottostimato il potenziale dei vaccini nel bloccare la trasmissione.

Protetti anche dal contagio. Più facile è misurare la capacità dei vaccini di bloccare l'infezione.

Testando regolarmente chi aveva ricevuto i vaccini a mRNA di Pfizer e Moderna, per capire se fosse stato contagiato anche soltanto in modo asintomatico, scienziati statunitensi hanno ipotizzato che questi vaccini abbiano un'efficacia dell'80% nell'impedire l'infezione nei vaccinati due settimane dopo la prima dose, e del 90% due settimane dopo la seconda dose.

La capacità dei vaccini di bloccare la trasmissione asintomatica potrebbe essere superiore all'efficacia nel prevenire l'infezione nel vaccinato - perché le persone immunizzate dal vaccino, se contagiate, potrebbero produrre minori quantità di virus e risultare pertanto meno infettive. Su questo punto però non tutti sono d'accordo: per alcuni, la riduzione della carica virale è minima, ed esistono vaccinati che producono comunque molte particelle virali (pur non risentendone).

Diverse incognite. Per altri vaccini non ci sono al momento dati sull'efficacia sterilizzante. Né sappiamo se quella offerta dai vaccini a mRNA diminuisca con il tempo, o se rimanga attiva contro le varianti di coronavirus come quella brasiliana, che sappiamo facilitare le reinfezioni. In ogni caso, persino una capacità del 90% di impedire la trasmissione del virus potrebbe non bastare per raggiungere l'immunità di gregge (della difficoltà di perseguire l'immunità di gregge abbiamo scritto qui). Questo per via, principalmente, della percentuale di popolazione disposta a farsi vaccinare, dell'assenza - per ora - di vaccini per bambini e adolescenti e per la diffusione della variante inglese, ben più contagiosa delle precendenti.

Alla lunga, vinciamo noi. Fortunatamente, a mano a mano che ci avviciniamo alla soglia dell'immunità di gregge, anche senza che la si raggiunga, per il virus diverrà più difficile circolare. E le misure che già mettiamo in atto, come l'uso di mascherine, potrebbero bastare a tenere l'indice Rt al di sotto della soglia di preoccupazione. In attesa di avere vaccini anche per i più piccoli e di obbligare il coronavirus a non nuocere più di un banale raffreddore.

17 aprile 2021 Elisabetta Intini
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