Washington, 20 ott. (AdnKronos Salute) - L'emergenza Ebola negli Stati Uniti non solo è una minaccia per la salute pubblica americana, ma anche per i democratici in vista delle elezioni di midterm del prossimo 4 novembre. E' infatti ormai evidente che le critiche e polemiche, sollevate in modo strumentale dai repubblicani secondo la Casa Bianca, sulla risposta data dal governo federale ai casi che si sono avuti in Texas, sono diventate tra gli argomenti più caldi delle ultime settimane di campagna elettorale.
Il fattore Ebola si inserisce così in un panorama non roseo per i democratici, che devono fare i conti con un elettorato molto più sfiduciato e demotivato al voto di quello repubblicano, e da settimane giocano sulla difensiva per non perdere quella manciata di duelli al Senato che i repubblicani vogliono a tutti i costi vincere per strappare la maggioranza di democratici ed ottenere il controllo dell'intero Congresso.
A 15 giorni giorni dal voto l'Huffington Post, sito notoriamente liberal, dà ai democratici appena il 35% delle possibilità di mantenere il controllo del Congresso, contro un 65% dei repubblicani. E per Politico l'emergenza Ebola sta fornendo altri argomenti che motivano gli elettori repubblicani ad andare a votare candidati conservatori: un sondaggio pubblicato oggi dal sito mostra infatti come la maggioranza di loro non abbia assolutamente fiducia nel modo in cui il governo federale sta affrontando la crisi. Insomma, i 3 casi di Ebola, di cui uno mortale, che si sono registrati finora in Texas, rischiano di diventare una brutta "october surprise" per i democratici, soprattutto per quelli che stanno difendendo in tutti i modi i loro seggi al Senato.
Come il caso di Kay Hagan, senatrice democratica della Carolina del Nord, uno di questi Stati in bilico, che per contrastare la possente sfida che le sta lanciando Thorn Tillis, leader super conservatore della Camera statale, nei giorni scorsi ha fatto una marcia indietro imbarazzante sulla questione dello stop dei voli dai Paesi africani più colpiti da Ebola. Venerdì la democratica ha infatti chiesto a Obama di approvare un divieto temporaneo di ingresso negli States ai cittadini provenienti da questi Paesi, dopo aver pochi giorni prima appoggiato invece la posizione del presidente che ritiene questa misura, invocata a gran voce dai repubblicani, non efficace e controproducente.
E Hagan non è l'unica dei candidati democratici che in questi giorni si allineano alle posizioni dei repubblicani su Ebola, man mano che questi aumentano, sempre in vista delle elezioni del prossimo 4 novembre, gli attacchi e le critiche alla gestione da parte dell'amministrazione dell'emergenza.
Insomma, gli strateghi elettorali democratici sono sempre più convinti che la risposta di Obama a Ebola, e il fatto che i repubblicani la stiano stigmatizzando come un'ulteriore prova dell'inadeguatezza della sua leadership, possa peggiorare le già non rosee prospettive elettorali.
"Si rafforza la propaganda repubblicana sui democratici che non sanno come governare e sperperano per la spesa pubblica", afferma Jim Manley, ex collaboratore di Harry Reid, leader della maggioranza democratica al Senato. I democratici, aggiunge, "stanno cercando disperatamente di dimostrare che anche loro hanno posizioni severe per risolvere la crisi".