Un'alimentazione che preveda abbondanti porzioni di cibi salutari a base vegetale potrebbe ridurre anche di un quinto le probabilità di ammalarsi di tumori dell'intestino. È quanto suggerito da un ampio studio che ha indagato l'associazione tra il consumo di frutta, verdura, frutta secca e legumi in varie quantità e il rischio di contrarre un tumore del colon-retto: seguire una dieta sana a base prevalentemente vegetale è legato a un calo del 22% delle eventualità di sviluppare queste neoplasie - un ruolo protettivo trovato però soltanto negli uomini.
Un tumore molto diffuso. La ricerca pubblicata su BMC Medicine ha coinvolto 79.952 uomini e 93.475 donne di varie origini residenti negli Stati Uniti e li ha seguiti per oltre 19 anni, periodo nel quale si sono verificati tra i volontari (tutti sulla sessantina) 4.976 casi di tumori del colon-retto. Questo tipo di cancro che si forma nei tessuti dell'intestino (rispettivamente nella parte più lunga dell'intestino crasso e in quella più vicina all'ano) è la terza forma di tumore più diffusa al mondo e colpisce un uomo su 23 e una donna ogni 25. Da tempo sappiamo che una dieta ricca di fibre e povera di derivati animali come carne, latte e insaccati aiuta a prevenire questa malattia, ma non tutti i cibi a base vegetale sono ugualmente sani: il nuovo studio ha il merito di averlo considerato.
Vegetale sì, ma quanto salutare? Gli scienziati coordinati da Jihye Kim della Kyung Hee University (Corea del Sud) hanno sottoposto ai volontari una lista di 180 cibi e bevande e chiesto loro di dire quanto spesso e in quali porzioni consumassero ciascuno: fino a "due o più volte al giorno" per i cibi e fino a "quattro o più volte al giorno" per le bevande. Gli alimenti sono stati classificati in cibi a base vegetale sani (cereali integrali, frutta, verdura, oli vegetali, frutta secca, legumi, tè e caffè); un po' meno sani (cereali raffinati, succhi di frutta, patate e cibi con zuccheri aggiunti) e infine derivati animali (grassi animali, latticini, uova, pesce e frutti di mare, carne).
Una bella differenza. Per ognuno di questi gruppi di alimenti, il consumo giornaliero per ogni 1000 kcal di cibo ingerito è stato suddiviso in quintili, ossia in cinque parti, dalla maggiore quantità ingerita sul totale di cibo assunto in un giorno fino alla minore. Si è visto così che gli uomini che consumavano le più grandi quantità di cibi vegetali sani (primo quintile) correvano un rischio ridotto del 22% di ammalarsi di tumori dell'intestino rispetto a quelli che ne ingerivano nelle quantità inferiori (quinto quintile).
Questo effetto non è però stato osservato nelle donne.
Il cibo che "spegne" l'infiammazione. Gli scienziati sospettano che il merito di questa riduzione sia degli antiossidanti contenuti nei cibi vegetali freschi e non processati e in bevande come tè e caffè, che aiutano a ridurre l'infiammazione dell'intestino associata alla comparsa di tumori. La protezione offerta dalla dieta sarebbe più evidente negli uomini perché, rispetto alle donne, corrono un rischio più elevato di sviluppare tumori del colon-retto.
Il ruolo benefico del cibo sarebbe pertanto più evidente in questo gruppo. Si tratta, è bene ricordarlo, di una semplice associazione e non di un rapporto causa-effetto: non è ancora possibile asserire se sia proprio l'alimentazione vegetale in sé (e non per esempio un fattore ad essa legato) a determinare una riduzione del rischio.