Roma, 24 feb. (AdnKronos Salute) - Dopo aver frequentato i primi anni di odontoiatria all'università di Tirana, aveva fatto richiesta di trasferimento all'ateneo Magna Grecia, che però aveva chiuso le porte rifiutando la sua domanda. Ora il Tar della Calabria ha dato ragione a V. A.: lo studente potrà frequentare il quinto anno a Catanzaro, in barba al regolamento dell'ateneo sul riconoscimento dei titoli accademici, che viene così annullato dalla pronuncia del tribunale amministrativo. "Un precedente importante e una vittoria per un'istruzione di respiro davvero internazionale, europea e senza barriere", commenta all'Adnkronos Salute l'avvocato Santi Delia, autore del ricorso insieme al collega Michele Bonetti.
Accogliendo le richieste dei legali, il Tar ha ordinato all'università Magna Grecia di valutare i titoli esteri dell'aspirante dentista, cosa che l'ateneo non aveva preso minimamente in considerazione. "La prova documentale che quel titolo ha lo stesso valore di quelli italiani - continua Bonetti - è che la stessa università, a seguito dell'ordine cautelare del Tar, ha ammesso il ricorrente al V anno convalidando l'intero percorso" all'estero.
"Aver studiato in un'università privata all'estero, come la Kristal di Tirana - spiega Delia - viene visto dagli atenei italiani con diffidenza, quasi negativamente: lo si considera un fattore escludente 'tout court' e, al di là del percorso del singolo, i titoli non vengono nemmeno valutati. Così ha fatto inizialmente l'ateneo della Magna Grecia, sulla base del 'Regolamento di ateneo sul riconoscimento dei titoli accademici ed abbreviazione del corso di studio'. Ma il Tar è andato in senso opposto: a essere annullato non è stato solo un provvedimento di diniego rivolto a un singolo studente, ma l'intero regolamento accademico - sottolinea il legale - di riconoscimento dei titoli esteri". Lo scoglio che impediva a molti studenti italiani, iscritti in Serbia o in Albania - il più delle volte perché in patria non hanno superato il test d'ingresso - di finire l'università e laurearsi in Italia, è stato dunque cancellato dal Tar calabrese.
Il regolamento d'ateneo di Catanzano è molto simile a quello di molte altre Università, che "ora dovrebbero provvedere a revisionarlo - afferma Delia - tenendo conto della Convenzione di Lisbona sul riconoscimento dei titoli di studio relativo all'insegnamento superiore nella Regione europea, ratificata in Italia nel 2002. Perché le convenzioni e le direttive ci sono - prosegue - sono gli atenei italiani che sono restii ad applicarle".
Per i legali, "si tratta di una nuova affermazione del diritto all'istruzione e alla circolazione dei titoli di studio in tutta l'area europea, non solo comunitaria dunque, che si affianca alla battaglia condotta ormai da anni al fianco di migliaia di giovani costretti ad andare all'estero per studiare e a cui, persino al ritorno, viene negato il riconoscimento di anni di studio e impegno, che tutti gli altri Paesi stranieri invece promuovono a pieno titolo".