Salute

Un virus alla base della celiachia?

Un'infezione da reovirus, un virus molto comune e altrettanto innocuo, può scatenare una risposta immunitaria al glutine tale da essere il primo passo verso l’insorgere della celiachia. È l'ipotesi avanzata da un nuovo studio.

Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Chicago e di Pittsburgh un’infezione da reovirus potrebbe essere alla base dello sviluppo di alcune malattie autoimmuni come la celiachia o il diabete di tipo 1. La ricerca, pubblicata su Science, potrebbe gettare le basi per sviluppare in futuro un vaccino per contrastare l’insorgenza di tali patologie.

La celiachia è una malattia autoimmune che colpisce, stando alle stime dell’Associazione Italiana Celiachia (AIC), un italiano ogni 100 – 150 ed è provocata da una risposta immunitaria al glutine che, col tempo, danneggia l’intestino tenue. Al momento non esiste una cura e l’unico trattamento efficace consiste in una dieta priva di glutine, eliminando grano, segale e orzo soprattutto.

Che cosa causa la celiachia? Anche il meccanismo che provoca la spropositata reazione infiammatoria dell’organismo contro il glutine non è ben noto. Lo studio dei ricercatori americani mostra però come alcuni virus intestinali, o reovirus, possano indurre il sistema immunitario a reagire in seguito all’assunzione di glutine, fino a scatenare la malattia.

Grazie all’utilizzo di due diversi tipi di reovirus i ricercatori hanno osservato come anche piccole differenze genetiche tra virus possono provocare reazioni molto diverse del sistema immunitario. Entrambi i virus inducono una risposta delle difese del corpo senza, però, condurre a una particolare patologia.

Nel momento in cui i ricercatori hanno introdotto i ceppi virali in alcuni topi hanno osservato come uno dei due virus scatenasse una risposta infiammatoria e la perdita di tolleranza al glutine. Questo aspetto ha portato i ricercatori a ipotizzare che l’infezione da reovirus potrebbe essere l’evento alla base della celiachia.

Svezzamento. Negli Stati Uniti, hanno spiegato i ricercatori, i bambini vengono svezzati quando hanno circa sei mesi d’età e viene loro somministrato il primo pasto solido, spesso contenente glutine. I neonati con un sistema immunitario non ancora maturo potrebbero essere più a rischio di contrarre un’infezione virale. La combinazione tra un’infezione intestinale da reovirus e la prima assunzione di glutine potrebbe essere la combinazione perfetta per sviluppare la celiachia in quei bambini particolarmente predisposti geneticamente a questa intolleranza.

«Durante il primo anno di vita il sistema immunitario si sta ancora sviluppando, quindi, per un bambino con un particolare corredo genetico, contrarre un virus in quel periodo della sua vita potrebbe lasciare una sorta di cicatrice che porterà a conseguenze a lungo termine» ha dichiarato Bana Jabri, coordinatrice dello studio e professoressa al Dipartimento di Medicina e Pediatria dell’Università di Chicago.

«Crediamo che, una volta compiuti ulteriori studi, potremmo considerare di vaccinare i bambini con un rischio maggiore di sviluppare la celiachia».

8 aprile 2017 Gianluca Liva
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