Una capsula molle da inghiottire una volta al mese, per evitare gravidanze indesiderate: è la promessa di un metodo di somministrazione messo a punto dal MIT, che ha dato risultati promettenti nei modelli animali. Nei primi test sui maiali, il dispositivo ha rilasciato gradualmente l'ormone progesterone nello stomaco, garantendo l'effetto contraccettivo per settimane.
come funziona. La compressa in gelatina è stata studiata per dissolversi nell'ambiente acido dello stomaco e liberare una struttura polimerica a forma di stella, con sei braccia attaccate a un corpo centrale. Ogni braccio è carico del contraccettivo ormonale levonorgestrel, una forma sintetica di progesterone usata nelle terapie ormonali e nei metodi di controllo delle nascite.
All'interno della capsula, il polimero è ripiegato. Ma quando l'involucro si dissolve, si apre completamente assumendo dimensioni che ne impediscono il passaggio attraverso il piloro, la "porta" che controlla l'uscita dallo stomaco. Nelle settimane seguenti, le braccia si dissolvono in modo graduale rilasciando il loro contenuto di ormone, finché quel che resta della stella non viene espulso ed eliminato dall'organismo. La ricerca è stata pubblicata su Science Translational Medicine.
efficace a lungo. I ricercatori hanno testato due diverse conformazioni geometriche del dispositivo su sei femmine di maiale, scegliendo di misurare i livelli di progesterone rilasciati (e non di verificare se la formula fosse efficace nell'impedire nuove gravidanze). La concentrazione di ormone nel sangue è stata confrontata con quella di cinque altre scrofe che avevano assunto lo stesso ormone, ma a cadenza giornaliera.
Entrambe le versioni hanno garantito un rilascio prolungato dell'ormone: al ventunesimo giorno, il livello di levonorgestrel nel sangue dei maiali era simile a quello riscontrato nelle femmine del gruppo di controllo che avevano appena assunto la dose giornaliera. Al ventinovesimo giorno l'ormone era ancora presente nel sangue, anche se i livelli sono calati nel corso del mese.
Futuro. Il prossimo passo sarà incorporare anche l'estrogeno nella struttura, per arrivare alla formulazione combinata più usata nei contraccettivi umani. Per i primi test clinici sull'uomo occorreranno almeno cinque anni. La speranza è che un dispositivo da assumere una volta mese, senza l'intervento di un medico, possa risultare prezioso soprattutto nei paesi a medio e basso reddito, nelle situazioni in cui le donne vorrebbero evitare una gravidanza, ma non sono nelle condizioni sociali, sanitarie e culturali per farlo. Una capsula mensile potrebbe scongiurare inoltre le frequenti dimenticanze nelle donne che assumono la pillola tutti i giorni.
Secondo i ricercatori, lo stesso tipo di somministrazione a lento rilascio potrebbe essere sfruttato anche per altre esigenze terapeutiche, per esempio per consegnare all'organismo farmaci contro l'HIV, l'Alzheimer, la malaria, i disturbi mentali o la dipendenza da oppiacei.