Ce li portiamo addosso in quantità inimmaginabili: i microbi del nostro intestino sono dieci volte più numerosi di tutte le cellule del nostro corpo. Solo molto di recente gli scienziati hanno iniziato a studiarli e, via via che le conoscenze si accumulano, si scopre che questi piccoli ospiti hanno a che fare con aspetti della salute finora impensabili e apparentemente lontanissimi tra di loro.
Tra le ultime scoperte, appena pubblicate sulla rivista Science, c’è quella che i batteri dell’intestino lavorerebbero come alleati dei farmaci anticancro, stimolando e modulando la risposta immunitaria prodotta dall’organismo stesso. Quando i microbi mancano, la cura antitumorale risulta assai meno efficace.
Topi sotto antibiotico
Nel primo studio, un gruppo di ricercatori del National Cancer Institute di Bethesda, negli Stati Uniti, ha fatto crescere alcuni tumori in topi in cui i microbi intestinali erano stati distrutti con forti dosi di antibiotici, e poi ha testato l’efficacia di due tipi di cure anticancro, un’immunoterapia in cui i farmaci stessi stimolano la risposta del sistema immunitario contro il tumore, e una cura a base di platino, usato in diversi schemi di chemioterapia. In entrambi i casi, nei topi privi di batteri, la cura ha funzionato poco contro il tumore.
Nel secondo studio, ricercatori francesi di vari istituti hanno studiato il ruolo dei batteri intestinali nell’efficacia di una terapia a base di ciclofosfamide, farmaco utilizzato nella cura del tumore al seno. Hanno visto che i microbi, in questo caso, sembrano stimolare la produzione delle cellule del sistema immunitario che a loro volta attaccano le cellule tumorali. Nei topi in cui i batteri intestinali erano stati distrutti, questa linea di difesa dell’organismo non è entrata in azione.
Strategie da rivedere?
Anche se gli studi sono stati condotti finora solo su animali, e non è ancora chiaro con quale meccanismo i microbi aiutano la chemioterapia, quello che suggeriscono può avere importanti ricadute per i malati. Sarà da chiarire se e come i batteri intestinali possono essere arruolati per aumentare l’efficacia delle cure contro il tumore.
Già da ora, però, queste scoperte pongono un dubbio per gli oncologi. Molto spesso ai malati di tumore vengono prescritti antibiotici per prevenire o curare infezioni dovute a un sistema immunitario indebolito. L’efficacia della chemioterapia può essere compromessa da queste cure che insieme ai batteri cattivi uccidono quelli buoni? Se fosse confermato che anche nell’uomo i microbi intestinali svolgono l’importante ruolo di «aiutanti» dei farmaci, questa pratica sarebbe probabilmente da rivedere.