Roma, 13 apr. (AdnKronos Salute) - "La Val d'Agri non è una nuova Terra dei fuochi nè una nuova Ilva". Lo ha sottolineato all'Adnkronos Salute Gianfranco Tarsitani, già ordinario di Igiene generale e applicata dell'Università Sapienza di Roma, uno dei componenti del team di specialisti che ha indagato, con uno studio, lo stato della salute dei lavoratori Eni del Centro olio Val d'Agri di Viggiano (Pz), i cui risultati sono stati presentati oggi a Potenza.
"Non e' la stessa situazione per diversi motivi - prosegue il medico - Il Centro olio Val d'Agri dell'Eni non è una raffineria, ma è un sistema estrattivo. In secondo luogo è chiaro che questa operazione può portare al rischio di esposizione a sostanze chimiche, però c'è un monitoraggio ormai storico e continuo, e noi consulenti ci siamo affiancati per rivalidare, come garanti indipendenti, la mancanza di emissioni pericolose. E l'abbiamo provato".
"Abbiamo esaminato un primo cerchio di persone più esposte, i lavoratori - precisa l'esperto - Lo studio ha esaminato per un periodo di 15 anni un gruppo corposo di operatori controllato ogni sei mesi e ogni anno, e il dato anamnestico non ha messo in evidenza situazioni di cronicità e tumori correlabili all'attività lavorativa. Ci proponiamo di ampliare lo studio alla popolazione residente, ma in questo momento le evidenze negano un rischio per la popolazione. Certo non bisogna abbassare la guardia ma - conclude - è stata dimostrata la buona qualità dell'ambiente della Val d'Agri".