Roma, 7 gen. (AdnKronos Salute) - "Non è mai stato dimostrato che lo screening oncologico può salvare vite umane". E' quanto afferma la ricerca dell'Oregon Health and Science University pubblicata sul 'British Medical Journey'. Secondo lo studio "la convinzione che questo tipo di prevenzione possa ridurre la mortalità legata ai tumori, piuttosto che quella generale della popolazione, è errata. E' proprio quest'ultima che dovrebbe essere il punto di riferimento per cui lo screening dovrebbe essere giudicato". Nel loro lavoro gli scienziati prendono in esame alcuni esempi come lo screening per il cancro alla prostata o al seno: dove esami, sovradiagnosi ed una eccessiva medicalizzazione "possono causare più male che bene", avvertono i ricercatori.
Lo screening per il tumore della prostata - riporta l''Independent' - può produrre numerosi falsi positivi "che contribuiscono a oltre un milione di biopsie della prostata in un anno. Queste, a loro volta, possono causare anche gravi danni, compresi il ricovero in ospedale o il decesso. Perché - sottolinea la ricerca - chi ha una diagnosi di carcinoma della prostata ha più probabilità di avere un attacco di cuore o di togliersi la vita l'anno dopo la diagnosi".