Treviso, 15 nov. (AdnKronos) - Sono in aumento, nelle persone adulte, le guarigioni da neoplasie ematologiche. Lo afferma una serie di dati presentati ieri all'ospedale di Treviso dai relatori del congresso su il "guarito di neoplasie ematologiche dell'adulto".
"I motivi di uno scenario terapeutico più' incoraggiante sono molteplici -ha affermato il dottor Filippo Gherlinzoni, primario ematologo dell'ospedale Ca’ Foncello di Treviso - lo sviluppo della ricerca preclinica e di laboratorio innanzitutto, che ha consentito, attraverso lo studio sempre più straordinariamente preciso delle sequenze genomiche del Dna, di individuare le alterazioni genetico-molecolari alla base della trasformazione in senso tumorale di una cellula normale, intensificando, nella maggior parte dei casi quelle proteine anomale che sono le dirette responsabili della carcinogenesi di un tessuto".
Durante il congresso all'ospedale Cà Foncello di Treviso sono state presentate alcune ricerche: quelle dell’Istituto dei tumori di Milano e dell’Istituto superiore di sanità hanno preso in considerazione più di 500.000 pazienti con più di 15 anni, affetti da tumori ematologici diagnosticati dal 1996 al 2007 e afferenti a 30 registri di tumori in 20 Paesi europei. Le ricerche dimostrano come la sopravvivenza di tali pazienti sia in progressivo aumento in tutta Europa, sia pure in misura diversa a seconda del tipo di neoplasia e dell’area geografica.
Anche il reparto di Ematologia dell’ospedale Cà Foncello di Treviso, guidato dal professor Filippo Gherlinzoni, ha condotto una ricerca in materia, occupandosi della leucemia acuta a promielociti. I dati forniti durante il congresso, hanno rivelato che i potenziali guariti sono il 90%.
Durante il congresso i relatori, provenienti da diverse realtà e strutture sanitarie, hanno posto l’accento sulle molte dinamiche, non solo sociali, che vivono le persone adulte guarite dalle neoplasie ematologiche. In particolare il professor Tiziano Barbui, direttore scientifico della Fondazione per la ricerca dell’ospedale Maggiore di Bologna, ha messo in luce come a fronte della guarigione di sempre piu’ persone, manchi ancora quell’attenzione volto al loro reinserimento familiare e lavorativo.