Roma, 15 ott. (AdnKronos Salute) - Ogni giorno, nel nostro Paese, 1.000 persone si ammalano di tumore. La metà ha superato i 70 anni di età. "Si tratta molto spesso di anziani soli, che arrivano alla diagnosi troppo tardi, con la conseguenza che sopravvivono molto meno, talvolta solo pochi mesi, rispetto agli adulti di mezza età (55-69) - spiega oggi a Roma Francesco Cognetti, presidente della Fondazione Insieme contro il cancro - E solo 2 pazienti ultrasettantenni su 10 accedono ai trattamenti oncologici migliori, mentre meno della metà riceve consigli su stili di vita corretti".
Per questo Insieme contro il cancro lancia la prima campagna di sensibilizzazione e prevenzione dei tumori nell'anziano: 'La lotta al cancro non ha età'. "Vogliamo diffondere una cultura dell'assistenza oncologica nuova, che abbia al centro anche le esigenze dell'anziano - continua Cognetti - L'aspettativa di vita nel nostro Paese si è notevolmente alzata nell'ultimo ventennio: oggi un settantenne ha ancora 18 anni (se uomo) e 21 anni (se donna) davanti a sé. Ecco perché diventa fondamentale correggere il proprio stile di vita e sottoporsi a regolari controlli medici e di screening: anche in età avanzata, una diagnosi precoce può fare la differenza".
Dal 19 al 25 ottobre, tutti i cittadini potranno donare 2 euro da sms o con una chiamata da rete fissa al numero 45503 e sostenere la campagna. Tante le attività di sensibilizzazione e di educazione che potranno così essere realizzate: dalla diffusione di opuscoli esclusivamente rivolti agli anziani sugli stili di vita e sugli screening, ai corsi di cucina in un tour itinerante nei centri anziani di tutta Italia, dove oncologi e cuochi insieme insegneranno a mangiare cibi sani, nelle giuste dosi e cotture. Inoltre saranno realizzati progetti pilota per favorire l'esercizio fisico nella terza età e organizzati corsi per i familiari di questi pazienti per garantire loro una migliore assistenza anche al proprio domicilio.
Per promuovere e diffondere i contenuti della campagna è stato attivato un sito Internet (www.lalottaalcancrononhaeta.org) e numerose altre attività di divulgazione vedranno coinvolti anche testimonial del mondo sportivo e dello spettacolo, molto apprezzati dal grande pubblico, fra cui Renzo Arbore e Roberto Gervaso.
"Negli anziani il rischio oncologico è 40 volte più alto rispetto alle persone di 20-40 anni e 4 volte maggiore rispetto a quelle di 45-65 anni - sottolinea Roberto Bernabei, direttore del Dipartimento di Geriatria, Neuroscienze e Ortopedia del Policlinico A. Gemelli Roma - Tra gli uomini il tumore della prostata è al primo posto (20%), seguito dal polmone (17%), dai tumori del colon-retto (14%), della vescica e dello stomaco (12 e 6%); tra le donne il tumore alla mammella è quello più frequentemente diagnosticato (21%), seguito dal colon-retto (17%), dal polmone (7%), dallo stomaco e dal pancreas (6%).
Si tratta di numeri che devono far riflettere".
"I malati oncologici anziani, inoltre, a causa delle condizioni aggravate dalle conseguenze invalidanti del cancro e delle relative terapie, necessitano frequentemente e per diversi anni di cure e assistenza quotidiane, extraospedaliere, spesso a carico del nucleo familiare - aggiunge Elisabetta Iannelli, segretario della Fondazione Insieme contro il cancro - Una recente indagine Favo ha evidenziato che il tumore è una patologia che ha gravi ricadute sull'intero nucleo familiare, con oneri sociali molto alti. L'82,5% dei malati oncologici ha un caregiver, che in 8 casi su 10 è un parente stretto con un impegno quotidiano di assistenza alla persona malata".
Riveste quindi grande importanza "assicurare una corretta e tempestiva informazione non solo ai malati anziani, ma anche a chi li assiste. L'attenzione da parte delle Istituzioni verso questi cittadini deve andare oltre gli aspetti sanitari, per favorire l'accesso ai servizi socio-assistenziali presenti sul territorio, il reinserimento familiare e sociale dei malati, migliorare la qualità di vita dei malati e dei loro familiari, favorendo il ricorso all'assistenza domiciliare e alle forme di sostegno fornite dal volontariato e dal no profit", conclude Iannelli.