Roma, 23 mar. (AdnKronos Salute) - "In conclusione si può affermare, mutuando dalla criminologia, che l'uranio depleto è il mandante e le nanopolveri l'esecutore". E' quanto scritto in una perizia medico legale giurata di Giorgio Trenta, presidente dell'Associazione italiana di radioprotezione medica, ascoltato oggi presso la Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti dell'utilizzo dell'uranio impoverito.
Nello stesso testo, il medico scrive che "è necessario demolire una volta per tutte l'ipotesi che l'uranio depleto, in quanto tale, possa essere la causa di induzione di tumori nei militari che hanno soggiornato in luoghi bellici ove lo stesso è stato utilizzato. Se si continuasse a perseguire tale ipotesi considerando le caratteristiche fisiche dell'uranio depleto, si sarebbe portati a negarne la responsabilità. Invece deve essere ricordata la responsabilità di tali proiettili nel generare le nanopolveri, che sono in effetti la vera causa della induzione di molte forme tumorali".
Durante l'audizione, il presidente della Commissione uranio impoverito, Gian Piero Scanu, ha letto il testo della relazione che è stata "confermata per intero" dal medico Trenta.