Roma, 21 set. (AdnKronos Salute) - La Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia, Favo donna e l’Associazione italiana malati di cancro (Aimac) da anni affrontano il delicato problema della preservazione della fertilità per i malati di cancro. E' merito del volontariato oncologico aver portato per la prima volta all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni questo diritto negato alle giovani donne ed ai giovani uomini che si ammalano di tumore, rivendicano in una nota. Per farlo, le associazioni hanno creato alleanze e sinergie con tutti gli stakeholder e realizzato azioni progettuali ed informative sul tema della preservazione della fertilità in oncologia.
In vista del Fertility day si ricorda che Aimac attiva il servizio di informazione e di orientamento 'Diventare genitori dopo il cancro', volto a promuovere la tutela della preservazione della fertilità prima dei trattamenti oncologici e il diritto alla genitorialità dopo un tumore attraverso la gravidanza naturale, la procreazione medicalmente assistita e l’adozione. Il servizio è contattabile telefonicamente attraverso l’helpline dell’Associazione (n. verde 840503579, tel 064825107) o di persona recandosi presso la sede Aimac di Roma in via Barberini, 11.
"Anche solo la speranza di poter diventare madri dopo una diagnosi oncologica è di per sé speranza di vita. E' fondamentale che il tema della oncofertilità sia affrontato immediatamente dopo la diagnosi oncologica e prima di iniziare le terapie", ha dichiarato Elisabetta Iannelli, segretario generale Favo, che da tempo sostiene con forza il diritto alla maternità anche dopo un cancro.