Roma, 2 ott. (AdnKronos Salute) - Il tumore non è più un nemico contro cui tutte le armi sono spuntate. Oggi il 67% degli adulti è vivo a 5 anni dalla diagnosi e il 75% dei bambini è vivo a 10 anni. In Italia sono circa 3 milioni gli ex pazienti che hanno sconfitto la malattia. La chemioterapia, le terapie biologiche e la radioterapia possono però provocare complicanze a breve e a lungo termine: in un recente studio condotto sulle cause di decesso in 1.807 sopravviventi al cancro, in un 'follow-up' di 7 anni, si è evidenziato che il 33% muore per disturbi cardiaci e il 51% di cancro.
Una notevole percentuale di pazienti sviluppa una serie di effetti collaterali cardiovascolari: scompenso cardiaco, infarto miocardico, tromboembolismo, aritmie. E quindi, uno su tre muore a causa di malattie cardiache provocate dalle cure farmacologiche o radioterapiche per il tumore.
Tutto ciò si può evitare se al momento della diagnosi, e prima della scelta della terapia oncologica, si consulta un cardioncologo, per individuare e trattare eventuali fattori di rischio cardiovascolari come ipertensione, colesterolo alto, diabete e intervenire precocemente su patologie cardiache non diagnosticate, come la disfunzione ventricolare sinistra e la cardiopatia ischemica che incrementano notevolmente la probabilità di eventi avversi cardiaci. Regole che rientrano nel decalogo cardioncologico presentato in occasione dell'International Workshop on Cardioncology, che si tiene a Napoli oggi e domani.
"Il problema degli effetti collaterali cardiaci della terapia antitumorale - spiega Nicola Maurea, co-presidente del congresso e direttore della Struttura complessa di cardiologia alla Fondazione Pascale di Napoli - sta crescendo anche a causa dell'invecchiamento della popolazione. Un numero sempre maggiore di persone arriva alla diagnosi di tumore con fattori di rischio cardiovascolari o cardiopatie silenti. E mentre si è tutti concentrati a eliminare il cancro, questi problemi non sono riconosciuti o non vengono adeguatamente trattati: un errore di prospettiva, perché questo aumenta il rischio di eventi avversi cardiaci a seguito della chemioterapia o dei farmaci biologici".
Ecco, dunque, il decalogo cardioncologico:
1) Controlla il tuo peso, evita che incrementi sotto l’effetto delle terapie o riducendolo in caso di sovrappeso/obesità: rimanere del proprio peso forma è fondamentale per abbassare il rischio di malattie cardiovascolari e ridurre quello di recidiva
2) Adotta uno stile di vita attivo, abituandoti a usare il tuo corpo ogni volta che è possibile, spostandosi ad esempio a piedi o in bicicletta ed evitando, quando possibile, ascensori e scale mobili
3) Pratica attività fisica o sportiva con regolarità 2-3 volte a settimana: è una 'cura' che contrasta gli effetti collaterali delle terapie e riduce nettamente sia il rischio cardiovascolare sia il rischio di recidiva del tumore
4) Riduci o abolisci il fumo di sigarette
5) Riduci o abolisci il consumo di alcol
6) Controlla colesterolo e trigliceridi, i valori possono alterarsi in corso di terapie oncologiche.
Per ridurli sì a dieta, attività fisica ed eventuali farmaci ipolipemizzanti
7) Controlla la pressione sanguigna e, in caso di ipertensione, adotta una terapia farmacologica adeguata sotto controllo medico
8) Scegli una dieta equilibrata, ricca in vegetali, limitando o abolendo la carne rossa e gli zuccheri e i dolci, ma senza nessun’altra restrizione particolare. Diete estreme, come ad esempio la dieta vegana, sono più difficili da mantenere equilibrate e non esiste nessuna chiara dimostrazione di eventuali vantaggi
9) Valuta con il tuo oncologo l’opportunità di assumere calcio e vitamina D per contrastare la tendenza all’osteoporosi indotta dalle terapie praticate
10) Rivolgiti ad un cardioncologo per un approccio ottimale al controllo integrato dei rischi oncologici e cardiaci
"E' indispensabile prevenire, intercettare e se necessario trattare le complicanze cardiovascolari in pazienti sottoposti a cure oncologiche - suggerisce Michelino De Laurentiis, co-presidente del congresso e direttore della Divisione di oncologia medica senologica dell'Istituto Pascale di Napoli - e in tutti coloro che sopravvivono al tumore: il modo più semplice è sottoporsi a una consulenza cardiologica clinica e strumentale al momento della diagnosi di tumore e comunque prima di intraprendere la terapia, così da poterla scegliere e adattare in base alla condizione cardiovascolare del singolo caso".