Roma, 11 ago. (AdnKronos Salute) - Più facile prevenire il tumore alla cervice uterina, o collo dell'utero. Grazie alla combinazione tra un microscopio ottico a scansione a campo vicino e un laser a elettroni liberi a raggi infrarossi, sarà possibile studiare nel dettaglio i primi sintomi che colpiscono le donne con questa malattia. E' il risultato dello studio realizzato da un gruppo italo-britannico, che coinvolge l’Istituto di struttura della materia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ism-Cnr) di Roma Tor Vergata, pubblicato su 'Scientific Reports'.
Il tumore alla cervice è il secondo più diffuso tra le donne, subito dopo quello alla mammella, ed è tra le maggiori cause di mortalità femminile. Alla base della malattia, un aumento della sintesi di proteine, lipidi e acidi nucleici, pre-condizione per la rapida proliferazione delle cellule tumorali. Per studiare nel dettaglio come captare precocemente questi primi segni, l'equipe italo-britannica ha impiegato per la prima volta a Daresbury (Inghilterra) lo Scanning near-field optical microscopy (Snom), un microscopio ottico a scansione a campo vicino, insieme con un Infrared free electron laser (Ir-Fel), un laser a elettroni liberi a raggi infrarossi.
"Siamo riusciti a dimostrare che la combinazione del microscopio con il laser a raggi infrarossi permette di distinguere il tessuto sano da quello dove è presente il carcinoma fin dal primissimo insorgere della malattia e fornisce informazioni chimiche importanti per il rilevamento di anomalie delle cellule del collo dell’utero e per la diagnosi del cancro a risoluzioni spaziali anche minime, oltre gli 0.2 micron", spiega Antonio Cricenti, ricercatore di Ism-Cnr.
"La tecnica Snom-Ir-Fel, di estrema precisione, può essere utilizzata - continua l'esperto - per identificare la posizione all’interno delle cellule di biomarcatori, molecole che permettono di individuarle e isolarle, portando a una maggiore comprensione dello sviluppo del cancro e consentendo di identificare le esatte posizioni nelle quali agire con la terapia". Ad aumentare la possibilità di diagnosi anche altri perfezionamenti tecnici.
"Il microscopio Snom, sviluppato all’Ism-Cnr di Roma Tor Vergata, è stato incorporato anche a un microscopio ottico invertito, che utilizza una sorgente di luce dall’alto anziché dal basso come nel consueto microscopio, per individuare cellule specifiche di interesse sul campione. La combinazione delle due tecnologie ha permesso allo Snom di scansionare e ottenere le immagini delle cellule cervicali catturate dal microscopio invertito", conclude Cricenti.
Il progetto, finanziato in Gran Bretagna dal Science and Technology Facilities Council (Stfc) negli ultimi cinque anni, sarà presto seguito da una nuova programmazione, appena approvata dall’Engineering and Physical Sciences Research Council (Epsrc), indirizzata alla costruzione di un'altra sorgente infrarossi.