Roma, 12 mag. (AdnKronos Salute) - "Attraverso un'osservazione di 15 anni" è emerso che i tumori "costituiscono oltre un terzo delle cause di invalidità e inabilità, in crescita continua e con un incremento più evidente negli ultimi 5 anni e nel sesso femminile (mammella). Le stesse interessano prevalentemente la fascia di età 41-60 anni, circa l'80% del totale". A renderlo noto il presidente dell'Inps Tito Boeri, alla XI Giornata nazionale del malato oncologico a Roma, durante la quale è stato premiato con il Cedro d'oro.
"Una risposta fondamentale - ha aggiunto - è correlare gli interventi in tema di tutela della salute a quelli a tutela della disabilità e ipotizzare una specifica legislazione di tutela globale in presenza di una patologia di così grande rilevanza sociale".
"Dalla distribuzione regionale - ha proseguito - emerge una prevalenza come causa invalidante nelle regioni del Centro-Nord, con disomogeneità evidenti sia in termini di patologia neoplastica invalidante sia in termini di apparati interessati. Le neoplasie uro-genitali sono la principale causa di invalidità in entrambi i sessi. Le neoplasie dell'apparato respiratorio sono la principale causa di inabilità nell'uomo, quelle dell'apparato digerente nella donna. Le strategie in ambito di prevenzione, diagnostica precoce, terapie e riabilitazione, determinanti per lo stato invalidante causato dalle neoplasie, non sempre assicurano oggi un'omogeneità di interventi a livello territoriale in materia di tutela della salute. Le tutele in ambito previdenziale oggi non sembrano corrispondere ai bisogni di una popolazione di pazienti in crescita, con un fabbisogno assistenziale che varia dall'intensità nel breve tempo al fabbisogno diluito e prolungato nel tempo, correlato alla sempre maggiore cronicizzazione".