Milano, 17 dic. (AdnKronos Salute) - Al Nord ci si ammala di più di cancro, ma si muore di meno. Nelle regioni settentrionali, infatti, l'incidenza è maggiore, ma a crescere è anche la sopravvivenza. Secondo i dati del rapporto Aiom-Airtum 2015, i tumori che colpiscono maggiormente la popolazione maschile over50 sono, nell'ordine, prostata, polmone, colon-retto, vescica e stomaco. Per la prostata, per esempio, la sopravvivenza a 5 anni è del 90% a Nord, dell'85% al Centro e del 78% al Sud e nelle isole.
"Il fatto che i tumori in generale siano più frequenti al Nord è legato a fattori espositivi, che vanno da quelli ambientali agli stili di vita, passando per gli aspetti genetici", spiega all'AdnKronos Salute Lucia Mangone, medico oncologo e vicesegretario dell'Associazione italiana dei registri tumori (Airtum), oggi a Milano a margine di un convegno sull'oncologia urologica.
"Certamente lo stile di vita nella stragrande maggioranza dei tumori ha un impatto predominante - continua l'esperta - Al Sud ci sono ancora fattori protettivi, legati all'alimentazione e agli stili di vita". Per quanto riguarda la sopravvivenza, questa "non dipende da fattori eziologici, ma dai sistemi sanitari - ricorda l'esperta - Il fatto che al Nord ci siano ospedali che funzionano meglio rispetto al Sud rende ragione del dato che al Nord si sopravviva di più. Non solo, nel settentrione sono attivati programmi di screening oncologici, al Sud molto meno e questo è un limite importante per la diagnosi", cioè i tumori vengono scoperti più tardi.
"A parità di stadio spesso le probabilità di sopravvivenza sono molto simili, ma il problema è che nel Meridione vengono diagnosticati più tardi rispetto al Nord". Degli oltre 3 milioni di italiani che hanno incontrato il tumore nella loro vita e hanno vinto la battaglia, 300 mila hanno sconfitto il cancro alla prostata e 240 mila sono sopravvissuti a quello alla vescica, rispettivamente la prima e la quarta neoplasia più diffuse tra gli uomini over 50.
"Il caso della vescica è particolare perché è particolarmente diffuso nei maschi del Sud, dato in controtendenza rispetto alla distribuzione degli altri tumori - evidenzia la specialista - Sarebbe molto interessante approfondire perché è uno di quei tumori di origine professionale, al pari del mesotelioma". Tra i fattori di rischio, per esempio, l'eposizione al colorante di anilina. Oltre al fumo di sigaretta che, per il presidente Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) Carmine Pinto, "ha un impatto sulla vescica pari a quello che ha sul polmone". La sopravvivenza è complessivamente aumentata negli ultimi 20 anni, passando dal 72% dei primi anni '90 all'80% del 2007.