Il caffè, la bevanda più consumata al mondo dopo l'acqua, è uno degli alimenti più studiati dalla scienza. È di pochi giorni fa la notizia che è stato sequenziato il genoma della pianta e tre recenti studi ci raccontano come, e perché, la pausa caffè al lavoro o prima di un pomeriggio di studio può essere (o meno) una buona idea.
caffè+pisolino. La prima notizia è perfetta per chi ha l'abitudine di bere il caffè dopo il riposino pomeridiano. Sbagliato: il caffè va bevuto prima. Secondo diversi studi, tra i quali uno della Loughborough University (Regno Unito), la caffeina, contrariamente a quanto si crede, non ci impedisce di dormire, anzi, ci fa riposare meglio. Un caffè e un pisolino, insomma, sono il modo migliore per affrontare il resto della giornata. La spiegazione scientifica è questa: la caffeina inibisce l'adenosina, la sostanza chimica che provoca sonnolenza. L'effetto energizzante della caffeina, però, arriva dopo 20 minuti. Ecco dunque che per godere al meglio di questo effetto, è consigliabile bere il caffè prima del pisolino. Per svegliarsi dopo 20 minuti riposati, ricaricati e concentrati.









Denti più sani. Che la caffeina macchi i denti, si sa. Ma adesso uno studio della Boston University Henry M. Goldman School of Dental Medicine, ci dice che ha un ruolo importante nella nostra salute dentale: gli antiossidanti contenuti nel caffè avrebbero effetti protettivi contro le malattie della bocca, aiutando nella riduzione del numero di perdita ossea parodontale. Gli scienziati sono arrivati a questa conclusione esaminando i dati di 1.152 pazienti di visite odontoiatriche iniziate nel 1968.
Pressione alta. Chi soffre di pressione alta dovrebbe scegliere il decaffeinato. O quantomeno non consumare più di tre tazzine al giorno. Contrariamente a quanto affermato da studi precedenti il caffè non abbasserebbe il rischio di diabete di tipo 2, anzi, lo aumenterebbe. Lo sostiene una ricerca italiana condotta presso l'Ospedale di San Daniele del Friuli di Udine, secondo la quale sarebbe a rischio chi soffre di ipertensione ed è "predisposto geneticamente".
Gli studiosi hanno sottoposto 639 bevitori di caffè ipertesi tra i 18 e i 45 anni al test del genotipo CYP1A2 (enzima che metabolizza la caffeina): il 42% ha metabolizzato velocemente la caffeina, il 58% l'ha invece metabolizzata lentamente e, in questi soggetti, è stato riscontrato un aumento di glucosio nel sangue. Nel corso di sei anni, al 24% dei soggetti è stata diagnosticata una forma di pre-diabete: chi assumeva da uno a tre caffè al giorno rischiava il 34% in più; chi ne assumeva di più, ed era lento metabolizzatore di caffeina, rischiava addirittura il 50%.
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