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Il mondo intero è rimasto giorni con il fiato sospeso nell'attesa di conoscere l'esito delle ricerche del Titan, il sommergibile della OceanGate Expeditions disperso nell'Oceano Atlantico Settentrionale da domenica 18 giugno. L'annuncio del ritrovamento di detriti del mezzo è stato dato dalla OceanGate il 22 giugno in serata (ora italiana): si pensa che il Titan sia imploso.
Secondo la Guardia Costiera Statunitense, le riserve di ossigeno nel veicolo progettato per consentire un'esplorazione ravvicinata del Titanic avrebbero dovuto esaurirsi attorno alle 13.00 ora italiana di oggi, 22 giugno 2023. Ma questa non era l'unica minaccia per la sopravvivenza degli occupanti del Titan.
Avvelenamento da CO2. Secondo Ken Ledez, esperto di medicina iperbarica della Memorial University di St John's, Newfoundland (Canada), intervistato da BBC news, il sommergibile avrebbe potuto essere rimasto privo di corrente elettrica, indispensabile per mantenere attivi i sistemi di rimozione della CO2 dall'abitacolo. I dispositivi per la purificazione dell'aria, chiamati scrubber tra gli addetti ai lavori, sfruttano sostanze chimiche che assorbono CO2 dall'atmosfera, e hanno bisogno di elettricità per far passare l'aria dell'abitacolo attraverso questi filtri.
Mano a mano che si fossero assottigliate le riserve di ossigeno nel piccolo sottomarino, lungo meno di 7 metri e che poteva trasportare 5 persone per un massimo di 96 ore, sarebbe cresciuta la quantità di anidride carbonica espirata dall'equipaggio, con il rischio di ipercapnia, una condizione potenzialmente letale caratterizzata dall'aumento della concentrazione di CO2 nel sangue. «La CO2 quando si accumula può avere un effetto sedativo e comportarsi come un gas anestetico, che fa dormire», spiega Ledez. «Questo a mio avviso è il problema principale».
Più precisamente, quando la pressione parziale dell'anidride carbonica nel sangue aumenta sopra i 60-75 mmHg (mmHg sta per millimetri di mercurio: i valori normali sono compresi tra 35 e 45 mmHg) si verificano difficoltà respiratorie e alterazioni del battito cardiaco; se arriva 70-80 mmHg letargia e semicoma; a 100-150 mmHg, coma e morte.
Ipotermia. Un'altra preoccupazione importante riguardava le temperature all'interno del sommergibile. Se il Titan si fosse incagliato vicino al Titanic, a 3.800 metri di profondità, il termometro nel veicolo avrebbe segnato gli 0 °C, e senza elettricità non ci sarebbe stata comunque la possibilità di generare calore.
L'ipotermia, la carenza di ossigeno e l'accumulo di CO2 avrebbe gettato l'equipaggio in uno stato di torpore, facendo perdere agli uomini del Titan la capacità di generare rumore.
ore per ripescarlo. Se anche il sommergibile fosse stato localizzato, per raggiungerlo e portarlo in salvo sarebbero servite ore, come aveva ripetuto l'oceanografo ed esploratore oceanico David Gallo, collega e amico di Paul-Henri Nargeolet, una delle cinque persone a bordo del Titan, un esploratore oceanico francese di lunga esperienza, uno dei massimi conoscitori al mondo del relitto del Titanic.
Se il sommergibile avesse finito le scorte di ossigeno, le persone a bordo avrebbero avvertito irrequietezza, mal di testa, stato confusionale, aumento del battito cardiaco, difficoltà respiratorie, dita blu, fino alla perdita di coscienza. Un essere umano può sopportare al massimo tre minuti in assenza totale di ossigeno, prima di riportare danni cerebrali irreversibili.
Come conservare ossigeno. Sulla velocità di consumo dell'ossigeno influiscono molto anche la forma fisica e il ritmo di respirazione dell'equipaggio, che però non si può escludere che sia accelerato nella concitazione di queste ore. La velocità di consumo di ossigeno dipende dalle attività svolte: come ha spiegato ad Insider Mike Tipton, che dirige un laboratorio su ambienti estremi alla Portsmouth University, nel Regno Unito, andare in bici consuma circa due litri di ossigeno al minuto, ma rimanere seduti nel riposo assoluto richiede appena un terzo di litro. I passeggeri del Titan, o almeno alcuni di essi, avevano abbastanza esperienza per sapere come conservare ossigeno e avrebbero potuto per esempio dormire, per rallentare ulteriormente il metabolismo e le richieste di ossigeno.
Le informazione non sono ancora accurate, ma molto probabilmente le persone sono morte a seguito di una "perdita catastrofica della camera di decompressione" del sommergibile.