Dopo Israele, primo Paese a iniziare la campagna vaccinale e primo anche a proporre la terza dose per determinate fasce di popolazione, ora si parla della somministrazione di una dose "booster" (cioè: di rinforzo) del vaccino anticovid anche in Italia. Cameron Wolfe, specialista in malattie infettive alla Duke University (USA), ha parlato della questione in una conferenza online (qui la versione integrale, in inglese), condividendo le sue valutazioni su chi dovrebbe ricevere la terza dose, chi aspettare, e quali sono le variabili da tenere in considerazione.
Ordine di somministrazione. Secondo Wolfe non c'è alcun dubbio che la priorità debba essere data agli immunodepressi: «Si tratta di persone la cui risposta ai vaccini è più debole rispetto al normale», spiega, «e per questo è bene offrire loro una dose aggiuntiva». Dopo di loro, via libera per anziani e operatori sanitari in prima linea: esprime invece cautela sulla possibilità di una terza dose disponibile a breve per chiunque lo desideri, non per dubbi sull'efficacia o la sicurezza, ma perché, prima di pensare a migliorare la risposta immunitaria di chi è già protetto, sarebbe il caso di raggiungere chi non ha ancora alcuna protezione.
Convincere gli indecisi. «Sappiamo che il vaccino è sicuro ed efficace, e che chi è vaccinato corre molti meno rischi di finire in terapia intensiva o morire di covid rispetto a chi non lo è», afferma, ricordando che sono queste le informazioni che dobbiamo usare per convincere chi ancora è indeciso. «Il modo peggiore di combattere l'esitazione vaccinale è fornire dati scorretti o non fornirne affatto», ricorda. In questo modo, le persone possono riempire i vuoti lasciati dalla comunicazione scientifica con bufale e fake news.
La terza dose, prosegue Wolfe, è esattamente uguale alla prima e alla seconda: ma allora, si chiede qualcuno, non è meglio aspettare di avere un vaccino adattato alle nuove varianti di SARS-CoV-2, che magari offra una protezione migliore? Secondo Wolfe, «il rischio lo corriamo ora, perciò è importante che la terza dose venga somministrata ora».
Meglio donare? Una questione che non viene toccata dall'esperto, ma che è di vitale importanza dal momento che viviamo tutti sullo stesso Pianeta, è quella che riguarda il cosiddetto Terzo Mondo: è etico offrire agli abitanti dei Paesi più ricchi una terza dose "di rinforzo", quando tre quarti della popolazione del Pianeta è ancora in attesa della prima? È un aspetto da tenere presente sia dal punto di vista umanitario (ad agosto la OMS chiedeva al Primo Mondo di donare le proprie dosi al Terzo), sia dal punto di vista egoistico di una ripresa della vita precovid: come possiamo pensare di tornare alla normalità, se il resto del mondo non è protetto dal coronavirus? A meno di immaginare un isolamento in stile Nuova Zelanda, non è possibile (e nemmeno auspicabile).