In questi giorni si parla spesso di tasso di mortalità della Covid-19: quanto può essere precisa la stima, quando l'epidemia è in corso? C'è forse una formula per il calcolo preciso dei morti? La Commissione nazionale cinese per la salute (NHC), durante una conferenza stampa, il 4 febbraio, ha spiegato che, per loro, è sufficiente dividere il numero di morti per i casi totali confermati. Finora, la maggior parte dei deceduti sarebbero uomini (nel 66% dei casi), anziani (oltre l'80% dei deceduti ha più di 60 anni) e individui spesso affetti da patologie cardiovascolari, diabete e, in alcuni casi, tumore.
Metodi alternativi. Il calcolo comunemente utilizzato (ovvero morti/casi) e che, per ora, per la Covid-19 dà come risultato un tasso di mortalità del 2% circa, non è affatto preciso se effettuato mentre l'epidemia è in corso. Come si legge in un documento pubblicato su Swiss Medical Weekly, «è al momento impossibile effettuare una stima precisa del tasso di mortalità della Covid-19». Le morti attuali non sono per davvero attuali, appartengono piuttosto al passato. Per questo, se dividiamo le morti per i casi, stiamo trattando due gruppi di pazienti differenti: quelli morti (nel passato) e quelli infetti (nel presente, che non sappiamo ancora se guariranno o moriranno).Il sito worldometers.info propone un calcolo alternativo per arrivare a un'indicazione più affidabile del tasso di mortalità quando l'epidemia è in corso:
num. morti di un dato giorno / num. casi di un dato giorno - {T}
dove {T} è il tempo medio che passa tra la conferma del contagio di un individuo e la sua morte. Così facendo, si cercherebbe di "riallineare" i dati di morti e contagi, prendendo in considerazione morti e contagi appartenenti allo stesso gruppo di pazienti. Facendo un esempio pratico, stimando un tempo medio di sette giorni tra il contagio e la morte di un individuo, e utilizzando i dati del giorno 8 febbraio, otterremmo il seguente calcolo:
morti 8 febbraio / casi dell'8 febbraio - 7
morti 8 febbraio / casi dell'1 febbraio (perché 8-7=1)
813 / 14.381 = 5,7% tasso di mortalità
Il tasso di mortalità è in questo caso ben superiore a quel 2% calcolato con la formula morti/casi totali (813/37.552). Non ci si può comunque aspettare un risultato accurato, poiché è molto difficile stabilire quale valore dare a T. Ciò che è certo, però, è che il valore di T non sarà mai uguale a zero (come implicitamente stabilito nella formula morti/casi), e quindi questo calcolo sarà comunque più preciso di quello comunemente utilizzato.
Uno studio pubblicato sull'American Journal of Epidemiology propone un'altra formula:
morti / (morti + guariti)
che può essere utilizzata per calcolare il tasso di mortalità in tutto il mondo, o anche escludendo la Cina. Questi sarebbero i risultati nei due casi, utilizzando i dati più recenti disponibili (vedi i dati della diffusione del nuovo coronavirus in tempo reale):
2.130 / (2.130+16.818) = 11% circa (Cina inclusa)
11 / (11+175) = 6% circa (Cina esclusa)


Cautela. A conferma che le stime del tasso di mortalità di una malattia sono sempre imprecise quando l'epidemia è in corso, basti pensare alla SARS: durante il contagio l'OMS parlava di un tasso di mortalità del 4%. Terminata, il ricalcolo dimostrò che la mortalità era invece stata del 9,6%.


La OMS è consapevole dell'imprecisione dei dati attuali per la Covid-19, e un suo rappresentante lo ha ribadito anche durante la conferenza del 29 gennaio: «È molto presto per poter affermare con sicurezza quale sarà il tasso di mortalità del nuovo coronavirus», ha dichiarato Maria van Kerkhove, esperta di epidemiologia delle malattie infettive. Anche uno studio pubblicato su Lancet invita alla prudenza: «le stime riguardanti il tasso di mortalità della Covid-19 devono essere trattate con grande cautela, perché non tutti i pazienti sono morti o guariti, e non si conosce il numero preciso degli infetti», affermano gli esperti.