Salute

Soia alleata delle ossa, effetto-scudo in menopausa

Endocrinologi, isoflavoni in dieta orientale imitano estrogeni prodotti dalle donne in periodo fertile

Milano, 2 nov. (AdnKronos Salute) - Mangiare specialità orientali è più di una moda e potrebbe far bene alla salute. Lo suggeriscono alcuni ricercatori dell'università inglese di Hull, che hanno presentato i risultati preliminari del loro lavoro al meeting annuale della Società di endocrinologia, in corso a Edimburgo. La dieta asiatica contiene infatti soia e isoflavoni, che hanno una struttura simile agli estrogeni, gli ormoni sessuali femminili con una funzione protettiva contro l'osteoporosi.

Il momento peggiore per le ossa delle donne sono i primi anni della menopausa, quando il corpo non produce più estrogeni e lo scheletro diventa più fragile. Per dimostrare i benefici della dieta orientale, gli scienziati hanno selezionato 200 donne nella prima fase della menopausa e per 6 mesi hanno dato loro una dieta ricca di soia. In particolare, a uno dei 2 gruppi hanno aggiunto un supplemento giornaliero di 66 milligrammi di isoflavoni. Chi ha ricevuto questo tipo di dieta ha fatto registrare bassi livelli nel sangue di un marcatore di debolezza delle ossa, suggerendo un ridotto rischio di osteoporosi. Inoltre, queste donne sarebbero meno esposte anche a malattie cardiovascolari rispetto a chi ha mangiato solo la soia.

"Abbiamo scoperto che le proteine di soia e gli isoflavoni sono un'opzione sicura e efficace per migliorare la salute delle ossa durante la prima fase della menopausa - spiega Thozhukat Sathyapalan, autore principale dello studio - L'azione della soia sembra simile a quella dei farmaci contro l'osteoporosi".

Sono circa 9 milioni le fratture legate alla fragilità ossea che si verificano ogni anno nel mondo. Finora si sapeva che per combatterle servono esercizio fisico, cibi ricchi di vitamina D e l'esposizione al sole. Questo è il primo lavoro che dimostra come anche la soia possa aiutare a prevenire le fratture, spiega la stampa britannica che ha ripreso la ricerca.

"I 66 mg di isoflavoni che abbiamo usato nel nostro lavoro equivalgono a seguire una dieta orientale, che è ricca di piatti a base di soia. Per contro, noi in occidente consumiamo in media dai 2 ai 16 mg di isoflavoni", continua l'esperto. Adesso i ricercatori dovranno analizzare gli effetti a lungo termine della soia e del supplemento di isoflavoni, per capire se possono esserci altri benefici al di là della salute delle ossa.

2 novembre 2015 ADNKronos
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