Milano, 10 nov. (AdnKronos Salute) - Una vita senza fiato. Sotto pressione per affermarsi sul lavoro, con orari che si dilatano sempre di più. E fuori dall'ufficio la maratona continua per mantenere la casa in ordine, accudire i figli e accompagnarli nei loro impegni quotidiani, e assicurarsi che anche ai genitori anziani non manchi nulla. E' la generazione delle donne 'tuttofare', un esercito di 30-40enni affannate in aumento: riposo mai e stress alle stelle. L'allarme arriva dalla Gran Bretagna e a lanciarlo è la psichiatra Judith Mohring del Priory Wellbeing Centre di Londra: le statistiche ufficiali, spiega, rilevano un picco di casi di stress sul posto di lavoro tra le donne di questa fascia d'età, legato all'eccesso di responsabilità che gravano sulle loro spalle non solo nella vita professionale, ma anche nella sfera personale.
I dati più recenti pubblicati dall'ente pubblico britannico Health and Safety Executive (Hse) raccontano che le 'suddite' della Regina, raggiunta la mezza età, hanno quasi il 70% di probabilità in più di soffrire di stress lavoro-correlato rispetto ai coetanei uomini. Questa situazione si sta acutizzando in particolare fra le donne tra i 35 e i 44 anni, fascia critica in cui i casi sono aumentati di quasi un quinto in 4 anni.
E' la faccia 'crudele' delle pari opportunità. Mohring, dalle pagine del 'Telegraph', traccia un quadro in cui le donne di oggi pagano un tributo non da poco alla rivoluzione del mondo del lavoro, perché strette fra due fuochi: da un lato la carriera, dall'altro la pressione per mantenere "i ruoli tradizionali delle donne". Figure 'sdoppiate' che un momento vestono i panni della 'virago' in tacchi e tailleur, e quello dopo incarnano l'angelo del focolare e devono quotidianamente destreggiarsi fra queste due anime.
Il cambiamento nella vita delle mamme lavoratrici si riverbera sui figli: i rampolli della classe media sono presenze fisse nei dopo-scuola almeno 5 giorni a settimana. I casi di stress da lavoro fra le 35-44enni sono a quota 2.090 ogni 100.000 donne con impiego, a fronte di solo 1.250 uomini della stessa età: in altre parole hanno il 67% di probabilità in più rispetto ai 'colleghi' maschi di crollare sotto il peso della pressione lavorativa. Il tasso 'rosa' di stress da ufficio è salito del 18% in 4 anni. Nella fascia delle donne 45-55enni i numeri sono ancora più alti, ma in leggera diminuzione: i casi di stress da lavoro sono 2.180 ogni 100.000 donne con impiego, 4 anni fa erano 2.200 per 100.000.
"In termini professionali - riflette Mohring - la posizione femminile si è trasformata negli ultimi 50 anni e ora possono raggiungere tutto quello che prima era prerogativa maschile.
Ma forse quello che non siamo riusciti a fare così bene è il contrario: trasferire le responsabilità legate ad alcuni dei ruoli tradizionali delle donne".
Questo vale per le mamme lavoratrici, ma non solo. "I livelli di stress sono alti ovunque - fa notare l'esperta - Viene chiesto sempre di più, le giornate in ufficio si allungano, non sono rari impieghi da oltre 60 ore a settimana. E il lavoro, via smartphone, ci insegue a casa fin sul comodino. La maggior parte delle persone che vedo sono troppo stanche per godersi la vita fuori. Le donne non chiedono aiuto fino a quando non raggiungono il punto di rottura assoluto. Spesso - avverte - diventa l'alcol il loro 'anestetico'. Ma i signori del business non ritengono che lo stress, l'ansia e la depressione siano un motivo abbastanza valido per permettere ai loro dipendenti di staccare dal lavoro".