Roma, 26 mag. (AdnKronos Salute) - Per la prima volta nella storia moderna, attualmente i giovani adulti americani tra i 18 e i 34 hanno maggiori probabilità di vivere con un genitore che con un partner romantico, secondo una nuova analisi del Pew Research Center statunitense. Se nel 1960, l'età media al matrimonio era di 20 anni per le donne e 22 per gli uomini, e solo una persona su 10 con più di 25 non era 'accasata', ora le età mediane sono di 27 e 29 anni, e un adulto su cinque non si è mai sposato. Secondo i dati del 2014 rilevati dall'indagine, fra i 'Millennials' il 32,1% vive a casa dei genitori contro il 31,6% dei 'sistemati' con un partner, riporta il 'New York Times'.
"Credo che non sia né il migliore né il peggiore cambiamento a cui abbiamo assistito nello sviluppo nella vita familiare", frena Andrew Cherlin, sociologo della Johns Hopkins University. "Questi dati violano solo la nostra cultura, secondo cui i giovani adulti dovrebbero vivere la loro vita lontano dai genitori. Ma in Italia - fa notare - una percentuale ancora maggiore di giovani vive con i genitori, e nessuno lo vede come problema. Non c'è niente di male a stare con la propria famiglia".
Secondo Richard Fry, l'economista autore dello studio, invece "alcuni giovani adulti hanno la sindrome di 'paura del lancio' verso la vita adulta. Altri stanno semplicemente vivendo le loro vite, risparmiando denaro e magari continuando a studiare per un master o facendo uno stage". E se la convivenza con i genitori è in aumento, la relazione evidenzia che anche altre 'sistemazioni' stanno diventando sempre più comuni. Circa il 22% dei giovani adulti si trova in carcere, o vive in un dormitorio o con un altro parente come un nonno o un fratello, rispetto al 13% nel 1960.