Milano, 26 mag. (AdnKronos Salute) - Dal silenzio di un'assenza di coscienza vicinissima alla morte alle prime parole del ritorno alla vita: "Dottore, hanno già giocato la finale di Champions?". Così Michi, 15 anni non ancora compiuti quando un mese fa fu estratto in arresto cardio-circolatorio dopo essere sparito per quasi un'ora nelle acque milanesi del Naviglio, si è rivolto ad Alberto Zangrillo dell'ospedale San Raffaele, che con la sua équipe ha trasformato una pagina di cronaca nera in una favola a lieto raccontata oggi alla stampa. Un caso di rianimazione di frontiera, reso possibile dal freddo, che ha protetto i centri vitali del ragazzo, e da un'intuizione del team medico: usare l'Ecmo, la macchina salva-polmoni nota per il suo impiego nei casi più gravi delle ultime ondate di influenza, per sostenere l'attività del cuore e degli altri organi sperando nel risveglio.
Tutto comincia nel pomeriggio assolato del 24 aprile scorso, quando Michi rimane intrappolato a 2 metri di profondità nel Naviglio Grande all'altezza di Castelletto di Cuggiono, dove poco prima si è tuffato per il primo bagno della stagione. Almeno 43 minuti inghiottito nell'acqua fredda di una primavera ancora agli inizi, alla vigilia di un giorno di festa. Un'eternità per gli amici e i passanti che assistono impotenti alla scena e lanciano l'allarme. Anche la mamma accorre sul posto. Il corpo viene riportato in superficie dai sommozzatori dei Vigili del fuoco e i soccorritori del 118 operano i primi tentativi di rianimazione. Ma Michi ha il cuore fermo, la sua temperatura corporea è crollata a 29 gradi.
L'elisoccorso che lo preleva atterra in via Olgettina alle 18.30 e il ragazzo viene preso in carico dal gruppo di Rianimazione cardio-toraco-vascolare diretto da Zangrillo. Che, nonostante la situazione disperata, tenta il tutto per tutto: confidando nelle condizioni di ipotermia relativa del giovane, opta per una procedura estrema di assistenza meccanica con circolazione extracorporea. E il 'miracolo' avviene: "Nel corso di questo ultimo mese - spiegano dall'Irccs - Michi ha sorprendentemente recuperato con gradualità l'autonomia delle sue funzioni vitali, consentendo ai rianimatori un progressivo e lento svezzamento dall'Ecmo".
Il ragazzo è tornato cosciente: "E' vigile, orientato nel tempo e nello spazio, parla con i genitori e ricorda la sua vita prima dell'incidente". Ora inizierà quella nuova, che purtroppo sarà senza una gamba: "Una locale alterazione della perfusione periferica manifestata nelle prime fasi di cura ha imposto l'amputazione sotto al ginocchio". Michi però è vivo. Rinato dalle acque del Naviglio.